di GIROLAMO GALLUCCIO*
A seguito dei vari articoli apparsi su Catanzaro informa e la Nuova Calabria a firma di A.Critelli(Nuova Genesi), Antonio Mirarchi ex Consigliere Comunale, del già responsabile cimiteriale dr. Cannistrà, delle varie interlocuzioni avute con molti cittadini , e non ultimo il grido di dolore “Ma a noi chi ci aiuta?” lanciato dal Cappellano Cimiteriale Mons .Don Andrea Perrelli , ho il dovere morale di cittadino e di già Comandante della Polizia Locale di Catanzaro, di rivolgermi a chi governa la Città, ed indistintamente a tutto il Consiglio Comunale.
Purtroppo i Cimiteri cittadini ed in particolare il Cimitero Urbano di piazzale Rattà, versano in uno stato di trascuratezza, dalle erbacce , ai gradini di scale rotte, ai fili scoperti che portano corrente alle luci votive delle salme, alla mancata potatura di alcuni alberi, ed alla nostra Chiesa che necessiterebbe di adeguati lavori ristrutturanti .
Signori Amministratori non sta a me dire quali provvedimenti prendere, Voi siete ben consapevoli di come fare nel rispetto del Regolamento Cimiteriale e della Convenzione stipulata con la Società che governa i servizi cimiteriali,in ragione di quel comportamento che tutti gli uomini debbono tenere in determinate circostanze di tempo e di luogo per evitare la lesione dei diritti altrui. Nelle scienze giuridiche la proprietà è facoltà di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi previsti dall’ordinamento giuridico (art. 832 del codice civile), nella polizia mortuaria, invece essa, essendo solo strumentale e, quindi, subordinata allo Jus Sepulchri (diritto personalissimo e, quindi, non patrimoniale nè trasmissibile per acta inter vivos…almeno dall’entrata in vigore del Libro III del Codice Civile), spesso si risolve unicamente nell’assunzione coatta di un onere.
Il grido di dolore e l’invocazione della speranza per il popolo dei dormienti lanciato più volte da Mons. Perrelli il cui sacerdozio è concepito tra la povera gente, dovrebbe scuotere la coscienza di chi ci amministra. La sua è un’opera silenziosa e cristiana , è un Sacerdote che ha dato un nome a chi non lo aveva o se lo era visto negare. La sua missione complessiva nell’espletamento del sacerdozio ,nelle Chiese, nelle strade, nei luoghi dei bisogni, della fatica e ancor di più nell’espletamento del ruolo di Cappellano Cimiteriale, va di pari passo con un chiamare per nome le cose. Don Andrea non è mai stato reticente o opportunista. Non ha mai mancato di denunciare che gli ultimi, i dormienti,e gli emarginati non sono fatalità, ma il prodotto di precise scelte Ha sempre voluto saldare il Cielo e la Terra ,la sfera spirituale con l’impegno civile, la solidarietà e i diritti. Le sue parole pungenti, a volte sferzanti, ascono da un grande desiderio di giustizia, da un grande amore per le persone e soprattutto per i defunti a cui vuole più bene che a Dio con la recondita speranza che il Signore non sia attento a questa sottigliezza e abbia scritto tutto sul suo conto.
Sig.ri Amministratori ,il Cimitero è il posto per la tutela dei dormienti che Dio ha scelto per lui. Egli si identifica intimamente e fedelmente in quella condizione, fino a fare ruotare tutta la sua preparazione, il suo destino, l suo sacerdozio e la salvezza dell’anima intorno a quell’unico punto: I DEFUNTI .Della verità non si deve avere paura; un Sacerdote non ha nulla da perdere; ovunque vada, troverà qualcuno da amare, non a parole, che sarebbe un mostruoso misfatto e una follia, ma con i fatti.
Con quell’appello “Ma a noi chi ci aiuta?” risalta in Lui il coraggio della Fede anche quando si fa notte , ed io Le dico grazie perché Ella testimonia una Chiesa capace davvero di stare dalla parte degli ultimi, dalla parte della dignità inviolabile della persona umana, rappresentando la Chiesa che non dimentica la dottrina, ma non permette che diventi più importante dell’attenzione per gli indifesi, per i fragili, per i dimenticati e per i defunti.
Sig. Sindaco, Sig.ri Consiglieri Comunali, Sig.ri Consiglieri Provinciali, Sig.ri Consiglieri Regionali della nostra Catanzaro , non lasciate cadere nell’oblio la voce dei nostri concittadini e di Mons. Perrelli, fate in modo che non siano: Vox clamantis in deserto(Isaia 40,3),poiché la grandezza di una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui si è svolta, ma da tutt’altre cose.
*già Comandante Polizia Locale Catanzaro
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