
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del geometra Franco Greco, già RUP dei lavori alla discarica di Alli, sul tema dei rifiuti.
di FRANCO GRECO*
Cari cittadini di Catanzaro,
una volta i cantieri avevano una cosa semplice: un inizio e una fine. Oggi, invece, sembra che abbiano preso il vizio di festeggiare compleanni. Perché l’impianto di Alli non è una “favola a puntate”: è un’opera pubblica che doveva essere conclusa e che invece è ancora in costruzione, con un ritardo che ormai non si misura più in settimane, ma in anni.
Prendo spunto — e lo dico chiaramente — dall’articolo fatto pubblicare dall’On. Domenico Tallini: lì si ricorda che l’impianto avrebbe dovuto entrare a regime a febbraio 2024.
E allora traduciamola senza tecnicismi, “da cucina di casa”.
Traduzione dal burocratese al catanzarese
· Se l’impianto è pronto e lavora, i rifiuti si trattano qui: meno giri, più controllo, costi più “normali”.
· Se l’impianto non è pronto, i rifiuti fanno la “via lunga”: più trasporti, più passaggi, più fatture.
· E quando aumentano le fatture, indovinate chi paga? Noi. Con la TARI.
E qui sta il punto che fa arrabbiare: il danno non è “astratto”. È concreto, quotidiano. Nella stessa ricostruzione si parla di un peso economico enorme sulla collettività di milioni di euro.
Chi doveva vigilare, oggi non può fare finta di niente
E adesso veniamo alla domanda che vale più di cento comunicati: chi è “di dovere”?
Quando parliamo di rifiuti e impianti, non parliamo di chiacchiere da bar: parliamo di responsabilità di guida, di vigilanza, di decisioni.
E c’è un fatto politico-amministrativo che pesa: il Presidente di ARRICAL è anche il Sindaco di Catanzaro.
Se Catanzaro è il capoluogo, non può essere l’ultima ruota del carro. Non può essere “la città che aspetta” mentre altri incassano e noi paghiamo.
La domanda che i cittadini fanno (giustamente): “e il rimborso?”
Qui bisogna essere chiari: i catanzaresi non si “rimborsano” con le parole. Si rimborsano in un modo solo: con soldi veri che tornano indietro oppure con bollette più basse (conguagli/sconti).
E allora io la metto così, semplice e diretta:
1. Penali e recuperi: se ci sono ritardi e inadempienze, le penali non devono restare scritte nei carteggi: devono diventare soldi recuperati (e la stessa ricostruzione richiama che nel conto entrano anche penali che le ditte “dovrebbero pagare”).
2. Quei soldi devono tornare ai cittadini: non “in teoria”, ma in TARI, con un meccanismo visibile di conguaglio/riduzione.
3. E serve una data: perché senza una data il cantiere non è “in costruzione”: è “in attesa”.
Tre domande (e tre pretese) da cittadini normali
Io, da cittadino prima ancora che da tecnico, chiedo tre cose che in una Calabria seria si chiedono senza arrossire:
· Qual è il cronoprogramma ufficiale aggiornato, con tempi e responsabilità?
· Quanto è costato finora ai cittadini questo ritardo, euro per euro, e come si intende compensare?
· Quali azioni concrete sono state attivate per far valere penali, risoluzioni, sostituzioni, accelerazioni?
Perché a Catanzaro sta diventando normale una cosa che normale non è: un’opera che non finisce e una tassa che invece non salta mai una scadenza.
Cari catanzaresi, a noi non serve la propaganda. Ci serve la vecchia buona amministrazione di una volta: si decide, si controlla, si conclude. E poi — solo poi — si chiede fiducia.
Perché oggi l’unica cosa davvero “a regime” sembra la TARI.
*geometra – già dipendente del Comune di Catanzaro, già RUP pro tempore per l’impianto di Alli
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