di MARCO VALLONE
Si è svolto questa mattina un presidio della Flc Cgil Calabria davanti all'Ufficio Scolastico Regionale che affaccia presso il lungomare del quartiere Lido di Catanzaro: lavoratrici e lavoratori rivendicano più risorse economiche per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, posto che, secondo il loro punto di vista, lo stanziamento previsto dal Governo sarebbe insufficiente per mantenere il potere d'acquisto delle retribuzioni. L'iniziativa rientra nell'ambito dello sciopero nazionale del personale della conoscenza (Scuola, Ricerca, Università, Afam).
In particolare, l'inflazione del triennio 2022-2024 sarebbe ritenuta sproporzionata rispetto ai fondi stanziati dal Governo a sostegno delle retribuzioni. Secondo Mimmo Denaro, segretario generale Flc Cgil Calabria, le ragioni della protesta odierna “non consentono di avviare una trattativa che poi possa provocare degli effetti che noi riteniamo essere fondamentali e necessari per il riconoscimento della dignità del lavoro, e soprattutto per il riconoscimento salariale di chi lavora nei settori della conoscenza. Vale per la scuola, vale per le università, vale per i centri di ricerca. Le risorse contenute nella legge di bilancio sono assolutamente insufficienti perché non coprono il potere d'acquisto e non si avvicinano minimamente al recupero dell'inflazione, se non per un pezzo pari al 5,78% a fronte di un'inflazione reale del 17.3%. Questo significa che in termini di aumenti, che poi non saranno sul salario fondamentale ma sul salario accessorio, per cui è previsto un investimento di 96 mln di euro, non sarà consentito alle persone di riuscire ad avere una vita dignitosa sotto il profilo del salario”.
“Poi – ha proseguito Mimmo Denaro – ci sono tutte le questioni legate alla professionalità e alle misure che questo governo sta mettendo in atto, per le ricadute che hanno sulla qualità del lavoro dei docenti ma anche del personale ATA. Ci sono i tagli previsti, che dal prossimo anno scolastico provocheranno effetti pesanti da considerare insieme anche a quelli che già stiamo vivendo per il dimensionamento che sappiamo che sta andando in regime (questo è il primo anno). Questi tagli saranno pesanti perché toccheranno sia il personale ATA che il personale docente: per il personale ATA si prevede una riduzione di 2174 posti, mentre 5660 saranno i posti in meno che non saranno destinati ai docenti. Quindi sono tutte questioni che, al di là di quello che si dice e della demagogia del ministro, invece impattano con una realtà che purtroppo provocherà effetti più pesanti”.
Relativamente alla possibilità di nuove iniziative successive a quella odierna al fine di rivendicare i diritti dei lavoratori del settore della conoscenza, il segretario generale Flc Cgil Calabria ha affermato: “Noi stiamo facendo tutta una serie di assemblee nelle scuole dove cerchiamo anche di stabilire una connessione con i lavoratori che molte volte sembrano anche essere disorientati rispetto a tutta questa demagogia, questo populismo, che non fa altro che mettere in piedi assolutamente una mistificazione di quella che è la realtà. Io partirei anche forse da un'assenza di consapevolezza rispetto a quello che è il tema degli effetti che provocherà l'autonomia differenziata. L'autonomia differenziata oggi è legge: abbiamo raccolto le firme per abrogarne assolutamente quelle che sono le modifiche previste per l'art. 116 della Costituzione. Speriamo che la Corte Costituzionale accolga il quesito e che poi si possa svolgere il referendum in primavera: gli effetti dell'autonomia differenziata sulla scuola sono strettamente connessi a quelle che sono le rivendicazioni che noi oggi mettiamo in atto”.
I manifestanti ritengono inoltre necessario mettere in atto anche una lotta contro il precariato per rendere stabile il lavoro, cancellando l'abuso nell'utilizzo di contratti a termine e riconoscendo dunque, ai lavoratori senza contratto stabile, gli stessi diritti di chi lavora a tempo indeterminato. La convinzione comune di chi si è mobilitato considera quindi necessario investire in istruzione, formazione e ricerca in quanto, riassumendo il pensiero dei partecipanti, un Paese che non investe in tali settori, e nelle persone che vi lavorano, non avrebbe futuro.
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