Catanzaro, il Consiglio comunale "sfrattato" dalla Provincia si "accampa" nella sala concerti

di STEFANIA PAPALEO

Ogni seduta di Consiglio comunale avrebbe pesato fino ad oggi, sulle casse dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro, una cifra che si aggira intorno ai 1000 euro. Ma l'Amministrazione comunale neanche 500 pare se ne possa permettere per contribuire, almeno in parte, alla spesa quantificata dagli uffici dell'Ente intermedio che ne ospita le sedute consiliari da quando è crollato il tetto dell'aula rossa di Palazzo de Nobili. Così, bagagli e bagattelle, il presidente Gianmichele Bosco, "sfrattato" da Palazzo di Vetro, ha dovuto fare ritorno con tutti i suoi consiglieri nella Casa comunale, dopo che per ben sette anni le stesse sedute si sono svolte gratuitamente.

E qui iniziano i problemi, in quanto, dopo una iniziale ipotesi di trasferimento delle sedute presso la Biblioteca in Villa Margherita, in vista del Consiglio di domani (LEGGI QUI I PUNTI ALL'ORDINE DEL GIORNO) ecco all'improvviso spuntare sedie e banchi nella sala concerti del Municipio, in una sorta di "accampamento" che rappresenta una soluzione "tampone" ben poco dignitosa per le sedute consiliari di una città capoluogo e che, peraltro, tanto "tampone" neanche potrebbe essere, se si considerano i tempi lunghi previsti per il ritorno nell'aula rossa e la poca serenità che si percepisce nei rapporti tra Provincia e Comune, se non si è riusciti a trovare - sempre che lo si sia cercato - un accordo tra Enti per risolvere una questione così importante per la vita amministrativa della città. Ma con tutta evidenza non tanto importante per la nuova Amministrazione provinciale se è arrivata ad assumere una decisione così drastica, che lascia comunque dietro di sè una lunga scia di dubbi e interrogativi ancora tutti aperti.

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