di IACOPO PARISI
In un’estate calabrese attraversata da grandi eventi e tanta musica, c’è un nome che non puó passare inosservato: Venerus. Artista di culto, voce spirituale della nuova scena italiana, alchimista del suono e della parola. Il 21 agosto 2025 sarà a Catanzaro, ospite della quinta edizione di Factory Area, che quest’anno evolve in un vero e proprio festival multidisciplinare, con due giornate di programmazione – il 20 e il 21 agosto – e il patrocinio del Comune di Catanzaro.
Il luogo scelto è carico di simboli e suggestioni: la Terrazza del Complesso Monumentale del San Giovanni, nel cuore della città, ospiterà concerti, incontri e performance in un intreccio tra musica, arte e cultura, con l’obiettivo di costruire un dialogo tra il territorio e le esperienze artistiche contemporanee, italiane e internazionali. La maggior parte della line-up è ancora tutta da scoprire, ma il centro magnetico della seconda serata sarà lui: Venerus.
Andrea Venerus è molto più di un cantautore. È un musicista totale, un produttore attento, un autore fuori dagli schemi, un esploratore dell’invisibile. La sua musica non si limita a generi o categorie: parte dal soul, abbraccia l’elettronica, attraversa la psichedelia, si nutre di jazz, si fa poesia urbana, rito collettivo, esperimento mistico.
Nato a Milano nel 1992, si forma tra Roma e Londra, città che gli spalancano una visione musicale aperta e contaminata. Dopo l’EP d’esordio “A che punto è la notte” (2018), emerge come uno degli artisti più interessanti del nuovo panorama italiano. A consacralo definitivamente nella scena è il suo primo album “Magica Musica” (2021), un viaggio cosmico e intimo, con canzoni che parlano di sogni, amore, dolore e trasformazione con una sincerità disarmante.
Nel 2023 pubblica “Il Segreto”, un disco ancora più maturo e sperimentale, che affonda nelle profondità del suono e dell’anima. Venerus non cerca il facile consenso: lavora con lentezza, dedizione, cura maniacale dei dettagli. I suoi testi sono incantesimi laici, le sue produzioni sembrano venire da un altrove.
Tra i tratti più significativi del percorso di Venerus c’è il sodalizio con Mace, produttore e beatmaker tra i più raffinati della scena italiana. Insieme hanno firmato brani memorabili, da “Love Anthem” a “Ossigeno”, passando per “Dal tramonto all’alba” e “Senza fiato”. Una collaborazione che non si limita alla musica, ma che ha creato una vera e propria dimensione condivisa, fatta di suggestioni cosmiche, beat cosmici e parole che scavano.
Il loro incontro ha segnato un punto di svolta nella musica italiana contemporanea: l’album OBE di Mace (2021), in cui Venerus compare in più brani, è diventato manifesto di una generazione in cerca di profondità emotiva e suono fuori dagli schemi. Mace costruisce il paesaggio, Venerus lo abita. Insieme danno forma a un suono spirituale, pulsante.
Chi ha assistito a un concerto di Venerus sa che non si tratta solo di musica. I suoi live sono esperienze immersive: luci, silenzi, parole, vibrazioni. Non è intrattenimento, è trasformazione. I brani diventano paesaggi, le melodie si dilatano, il tempo sembra sospendersi.
Nel contesto del Factory Area Festival, la sua presenza assume un significato particolare. In un luogo storico come il San Giovanni, Venerus porterà una narrazione sonora che parla di connessione e trascendenza, in perfetta sintonia con lo spirito del festival: una rassegna che mette in dialogo linguaggi diversi, che valorizza il territorio attraverso l’arte, che costruisce visioni nuove a partire dai luoghi antichi.
Il 21 agosto, Venerus non porterà solo il suo repertorio: porterà una visione, un’esperienza. Sarà un’occasione rara per vivere da vicino l’universo sonoro di un artista che ha saputo costruire un linguaggio personale e poetico, senza compromessi, e che ha trovato nel tempo e nella profondità il suo modo di restare.
In un panorama musicale sempre più veloce e omologato, Venerus è una voce particolare che invita a fermarsi, ascoltare, empatizzare.
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