Catanzaro, in piazza per la Palestina: 'Non ci arrenderemo mai'

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  23 marzo 2025 13:39

di IACOPO PARISI

Nella giornata di ieri, Piazzetta della Libertà è stata teatro di una sentita manifestazione contro il genocidio in Palestina. L'evento, organizzato dal Comitato Provinciale di Catanzaro a sostegno del popolo palestinese, ha visto la partecipazione di cittadini, attivisti e rappresentanti di associazioni solidali con il popolo palestinese. La protesta si è svolta in risposta alla recente ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che hanno causato oltre 500 vittime in meno di 24 ore, tra cui donne, bambini e anziani.

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Secondo i manifestanti, Israele ha violato il cessate il fuoco e ha intensificato le operazioni militari nella regione, perpetuando una politica di distruzione e repressione nei confronti della popolazione palestinese. L'evento ha sottolineato la mancanza di una reale volontà di pace da parte del governo israeliano, evidenziando il ruolo complice delle potenze occidentali, accusate di silenzio e indifferenza di fronte a queste atrocità.

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Davvero preziosa è stata la testimonianza diretta di Sukri Faz, cittadino palestinese che ha raccontato con dolore la realtà vissuta dal suo popolo:

"La storia della Palestina non è nata oggi, la storia della Palestina è nata un secolo fa. Il mondo non ha potuto affrontare questo problema e ha voluto prendere parte. L'Occidente soprattutto ha scelto di difendere uno Stato che rappresenta il colonialismo nei paesi arabi.

Israele non è altro che, e lo ha dimostrato nei fatti e nelle sue dichiarazioni, un paese mercenario. Non è uno Stato sovrano. Durante l'attacco a Gaza e l'attacco dell'Iran, in cui l'Occidente ha blindato il cielo, è diventato evidente che Israele da sola non può andare avanti, non può occupare la Palestina, non può fare nulla. Ma avendo tutte queste armi, tutto questo appoggio dell'Occidente, diventa la mano assassina di un pensiero che l'Occidente non riesce a realizzare direttamente, ma che porta avanti attraverso Israele.

Posso dunque definire Israele uno Stato mercenario, al servizio di chi paga di più. Questa è la verità. E la vittima sono io, il palestinese.

Perché? Perché sono stato sradicato da casa mia, e al posto della mia casa viene costruita la casa di un colono che arriva, per esempio, dalla Russia o da altri paesi del mondo. Con quale logica o giustizia questo può essere accettato? Siamo stati cacciati. Ora, l'obiettivo principale, anche in Cisgiordania, è distruggere i campi profughi, distruggere la nostra storia.

Lo ammetto, a volte mi sento pessimista. Ma nella nostra lotta è sempre emerso qualcosa che mi ha sorpreso: il popolo palestinese non si arrende. Io non voglio arrendermi, costi quello che costi. Non voglio arrendermi perché voglio morire, ma perché voglio vivere con dignità. E oggi il palestinese dice: io lotto per i miei figli, perché ce li stanno uccidendo. Nell'ultimo attacco a Gaza, le vittime sono oltre 700.

I temi affrontati durante la manifestazione hanno toccato questioni cruciali come:

La denuncia del genocidio in corso in Palestina

L'opposizione alla pulizia etnica

La critica alla complicità internazionale con il governo israeliano

Il rifiuto del sionismo come ideologia di oppressione

La necessità di una mobilitazione globale per la pace e i diritti umani

La manifestazione si è conclusa con un appello all'unità e alla solidarietà internazionale, chiedendo ai governi occidentali di interrompere la complicità con Israele e di riconoscere il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e alla libertà.

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