Catanzaro, la "nuova vita” del Duomo: sul cantiere con il direttore dei lavori e il Rup (VIDEO)

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Catanzaro, la "nuova vita” del Duomo: sul cantiere con il direttore dei lavori e il Rup (VIDEO)

  06 aprile 2025 10:42

di TERESA ALOI

Il raggio di sole che entra nel Duomo, dal portone principale, sembra segnare un nuovo inizio. E così sarà. La Cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta e ai Santi Pietro e Paolo, rinascerà. Più "forte" di prima. Chiusa al culto da 7 lunghi anni, a causa di un grave crollo strutturale interno, tra 660 giorni, poco meno di due anni, riaccoglierà i fedeli in tutta sicurezza.  Il cantiere aperto qualche giorno fa ha come obiettivo ristrutturare la Cattedrale in diversi punti con una restaurazione mirata a salvaguardare il complesso monumentale. 

Banner

Un cantiere, questo, da 6 milioni finanziato del Provveditorato Interregionale per le OO.PP. Sicilia-Calabria a cui seguirà quello per il quale il bando di gara è in fase di pubblicazione, finanziato con 2,6 milioni di euro della Regione Calabria e 500.000 euro del MIC, per un totale di 3,1 milioni di euro.

Banner

Entrambi, sotto la direzione dei lavori del Soprintendente ABAP per le province di Catanzaro e Crotone architetto Stefania Argenti; responsabile unico del procedimento l'architetto  Gisella Bianco del Mit. 

Banner

"I lavori riguardano il corpo centrale della chiesa - ha spiegato l'architetto Argenti-  saranno quelli più corposi e avranno l'onere di togliere la parte che ha creato i  danneggiamenti alla struttura in quanto troppo pesante perché impropriamente costruita. Poi, ci accingeremo a costruirla con una tecnologia molto più leggera, sismo resistente, che possa garantire sia a livello qualitativo che  spaziale un ambiente che sia sicuro ma che riproponga  una spazialità che era quella  ante bombardamento".

Il tutto in "660 giorni continuativi" come ha spiegato il rup Gisella Bianco. "I lavori interessano l'interno dell'edificio sacro mentre si sta completando la gara per i lavori che riguarderanno campanile e facciata".  

Un cantiere più piccolo "anche a livello economico si ben si concilia con le tempistiche di questo più grande - ha spiegato l'architetto Argenti  - riusciremo a  far convergere i cantieri con una unica conclusione condivisa".

Del resto "è stato tutto programmato perché i due cantieri possano convivere pacificamente e il fatto che ci sia lo stesso staff tecnico è garanzia di continuità ed è un ottimo elemento per ottimizzare i tempi. Sappiamo che ci saranno varie ed eventuali ma siamo fiduciosi perché c'è  grande sinergia tra istituzioni. E' una sfida   che abbiamo affrontato insieme e che insieme porteremo a termine".

E ancora. "Concettualmente, dal punto di vista dell'approccio al restauro, abbiamo fatto un'approfondita analisi storico- critica che ci ha fatto comprendere che dopo il bombardamento furono fatte delle scelte progettuali che non ebbero continuità in cantiere condizionate anche da necessità economiche  che disattesero il progetto di Fasolo. Questo - ha spiegato l'architetto Argenti - ha compromesso la staticità e la facies del risultato del rifacimento. Condividendo le scelte con la Chiesa  abbiamo pensato che l'approccio più corretto fosse quello di riproporre una spazialità che poi era quella esistente nel '43".

La volta a botte, la concezione di avvicinamento verso l'altare "grazie a una copertura che - ha concluso l'architetto Argenti -   ci consente di pensare che il progetto possa essere potenzialmente reversibile: con una  nuova tecnologia, molto leggera, che si aggancia sulle strutture storiche, che vogliamo riportare alla luce, e che  magari tra anni, quando ci saranno nuove tecnologie, la si potrà cambiare ". 

Dunque,  "ripartire da quello che appartiene alla storia"  aggiungendone un'altra con molta cautela e con un approccio molto rispettoso. Un approccio "molto umile" per l'architetto Argenti  perché "abbiamo pochi elementi conoscitivi che ci possano consentire di restituire una unitarietà di linguaggio che non conosciamo. Noi  conosciamo solo alcune parti della struttura degli inizia del '900 ma non conosciamo quella più antica. Non abbiamo elementi utili per poter capire quale sarà la scelta più giusta. Oggi è quella della cautela: restituire quella spazialità che ancora è nella memoria dei catanzaresi, quella distrutta da un evento traumatico". Una spazialità più semplice: più semplice come del resto è la preghiera. Quella fatta con il cuore che arriva direttamente al cuore.

 

 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner