Catanzaro, la rabbia di Monia per un ritardo che mette a rischio la vita del padre: "La sanità ha fallito"

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images Catanzaro, la rabbia di Monia per un ritardo che mette a rischio la vita del padre: "La sanità ha fallito"


  07 novembre 2025 15:31

di GAETANO MARCO GIAIMO

"So che a lui non resta molto da vivere però merita di ricevere le cure che gli spettano". L'amore di una figlia si trasforma nella rabbia di una cittadina che vede le esigenze sanitarie essenziali mancare a causa di un meccanismo burocratico che, per qualche strana ragione, non funziona.

Monia Iiritano è una donna catanzarese che, in queste ore, sta lanciando disperatamente un appello: "Mio padre è stato operato d'urgenza lo scorso 14 ottobre per un'ischemia causata da un trombo e, ovviamente, era in forte pericolo di vita. Il dottore Francesco Pezzo, che non potrò mai ringraziare abbastanza per gli sforzi che ha compiuto, è riuscito a farlo uscire vivo dalla sala operatoria e si vedeva la sua gioia per questo".

Dopo l'operazione qualcosa sembra incepparsi nel processo assistenziale al signor Iiritano: "Lui ora ha bisogno di ossigeno 24 ore su 24, però a quanto pare l'Asp non ha ancora trasmesso la cartella e il nominativo di mio padre a MediacAir per qualche motivo, quindi non mi possono consegnare le bombole senza le quali non può stare". Qui subentra la voglia di non arrendersi di Monia: "Sto facendo il giro di tutte le farmacie da una settimana, rilasciando 50 o 100 euro di cauzione ogni volta: i soldi non sono nulla rispetto alla salute di un padre, però non dovrebbe funzionare così. Il medico curante non può rilasciare più di un'impegnativa a settimana, le dottoresse a volte mi consentono di prendere le bombole solo perché mi conoscono ma giustamente anche loro hanno bisogno delle autorizzazioni".

Nei referti di diversi medici è spiegata chiaramente la condizione del signor Iiritano, che necessita di cure costanti: "Mio padre è allettato, sul piano terapeutico c'è scritto chiaramente che non può più essere operato, perché devono lasciarlo senza ossigeno in questi pochi giorni che gli restano? Ieri mi sono messa in moto anche per attivare il servizio di Assistenza Domiciliare, mi hanno detto che mi avrebbero richiamata ma ad oggi il telefono ancora non squilla. Mio padre è giovane, ha 68 anni, eppure si ritrova in condizioni gravi e non voglio farlo morire in ospedale. Purtroppo invece mi toccherà chiamare a breve il 118, visto che si avvicina il fine settimana e dovrei solo recarmi in guardia medica per ricevere ulteriore assistenza e, se non dovesse cambiare la situazione nelle prossime ore, allerterò anche le forze dell'ordine affinché si faccia qualcosa. Nelle altre regioni non funziona così: qui si parla tanto di rimettere in piedi la sanità e poi la gente viene lasciata a morire".

Monia è stanca, provata e preoccupata, i suoi occhi trasudano rabbia e la sua voce tremante chiede solo una cosa: che la sua richiesta d'aiuto sia ascoltata e che suo padre non venga abbandonato.


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