Catanzaro, "Le tredici Giare" di Sonia Santise: il racconto di una notte di paura e di rinascita

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images Catanzaro, "Le tredici Giare" di Sonia Santise: il racconto di una notte di paura e di rinascita
Luigi Ricci, Sonia Santise, don Raffaele, Angela Vatrano, Nicola Fiorita
  09 settembre 2025 18:52

di TERESA ALOI

L’ultima immagine è una foto di felicità. “É difficile da collocare un frame. Mi piace ricordarli felici. Felici quell’ultima sera. Ci saremo dovuti salutare la mattina dopo….”. Poi, l’inferno. Sonia Santise allora era poco più di una bambina. Venticinque anni fa aveva 15 anni. Venticinque  anni fa la tragedia del camping 'Le Giare' cancellato da un’onda  di acqua e fango venuta giù. Oggi è una giovane donna, mamma di Giulia e Marta. E' autrice de "Le tredici Giare" presentato a palazzo De Nobili con mal celata commozione.  "Il sole - scriverà nelle ultime pagine - è tornato a splendere grazie a loro". 

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Tocca ad Angela Vatrano, presidente Unitalsi sezione Catanzaro, moderare l'incontro: al tavolo accanto a Sonia Santise, Luigi Ricci all'epoca comandante dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Catanzaro e don Raffaele, neo parroco del Duomo e rettore della Basilica dell'Immacolata .

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I saluti, del sindaco Nicola Fiorita: " La tragedia delle Giare è un evento così tragicamente importante nella nostra memoria, un evento che non va dimenticato e che ha un valore doppio: una dimensione personale, perché  conosco bene quella zona, e una dimensione collettiva".

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Poi, spazio al libro. Il racconto, ricorda Angela Vatrano, esordisce "non con la tragedia ma con Sonia adolescente che si lascia trascinare al campo estivo dalla sorella Roberta e dal cognato".  Un racconto vero, quello di una quindicenne insoddisfatta, con le sue crisi, quel senso di sentirsi fuori luogo.  Difficile a 15 anni spingere una carrozzina ma è proprio da quel campo estivo, da quel contatto con gli ospiti del camping, che Sonia troverò le risposte. Risposte, nella fede come ha ribadito don Raffaele. "La fede è giovane, la chiesa è giovane, la carità è giovane". Cristo è giovane. Noi come voi - rivolgendosi all'Unitalsi -  dobbiamo solo  alimentare la fede che è in loro,  accendere le scintille nei loro cuori". Ce ne voluta tanta di fede, quella notte. 

Una notte che l'ingegnere Ricci rivive attimo dopo attimo nonostante il tempo trascorso. La telefonata di allarme, l'invio delle squadre, il suo arrivo, le barche, le pale gommate, le grida d'aiuto. Le persone che non ci sono più e quelle messe in salvo. 

Si commuove: nella tragedia ha perso una persona cara.  Ma non solo. Non trattiene le lacrime. Eppure di tragedie ne ha "vissute". E' stato in Irpinia, a Sarno,  solo per citare due eventi alluvionali. "Non ci si fa mai l'abitudine- racconta -  ma ci si rafforza. Quel ricordo, custodito in un cantuccio, serve per costruire la nostra personalità".  Ma Soverato, quella tragedia per lui è stato qualcosa di più. Sarà per questo- racconta - che in un primo momento non voleva partecipare al progetto di Sonia.  

Un libro, un viaggio a ritroso nel tempo. A tratti crudo a tratti dolcissimo  "che ha trasformato il dolore e la prova più dura della mia vita in un'esperienza unica e costante di amore" scrive Sonia Santise. Il pensiero di diventare zia-   "Lo avevo desiderato tantissimo" -  si scontra con la paura di assistere alla morte degli altri. Faceva freddo quell'alba di metà settembre.

Faceva freddo e faceva paura. Il mare e il campeggio era diventati un tutt'uno. Ancora oggi Sonia come abbia potuto resistere. a quella tale violenza. Lo chiama miracolo. La sua vita, oggi, un "dono meraviglioso che non si è spezzata sotto il fango di quella notte".

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