Catanzaro, l'Istituto "De Nobili" celebra l’arte serica: una storia antica da tramandare

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  05 giugno 2022 11:23

A conclusione del percorso di Educazione civica "L'arte serica e la storia di Catanzaro", la classe 3AS dell'istituto” De Nobili” di Catanzaro, coordinata dai docenti del Consiglio di classe, ha partecipato ad un incontro-dibattito formativo sulla tematica proposta. Il Dirigente, prof. Angelo Gagliardi ha favorevolmente accolto l’iniziativa promuovendo il dialogo con l’esperta , dott.ssa Sarah Procopio, storica calabrese innamorata della sua città e attualmente impegnata in un dottorato di ricerca all’Université de Paris VIII Vincennes Saint Denis.

 A ritmo di musica, attraverso un flash mob, per costruire tutti insieme una cultura di pace (a cura della prof.ssa Brunella Badolato), è iniziato l’incontro- dibattito “Storia della tradizione serica calabrese.

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L’arte serica e la storia di Catanzaro nel suo territorio è stato nello specifico il tema della relazione dell’esperta, durante la quale protagonisti e fruitori sono stati gli alunni della 3 A dell’indirizzo Scienze Umane, coordinati dai loro docenti, la prof.ssa Maria Antonia Lamanna e il prof. Franco Migliaccio, insieme agli alunni della 3 BS, guidati dal loro docente,prof. Massimiliano Apreda.

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L’obiettivo del progetto è stato quello di diffondere la conoscenza dell’antica arte della seta, sottolineando l’immenso valore che questa attività ha avuto in passato per la nostra città, soprattutto nel Medioevo, quando essa costituì la principale fonte di benessere economico per l’intera area geografica.

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I veri protagonisti sono stati gli  alunni che hanno presentato l’evento e partecipato, proponendo vari elaborati: video e lavori multimediali proprio sulla tesi dell’ospite e sul romanzo “Nido di aquile” di Emanuela Costanzo relativo sempre alla storia della nostra città.

Durante il dibattito, la relatrice ha, inoltre,  illustrato il metodo di indagine storica, per far comprendere la veridicità del lavoro effettuato, per conoscere le fasi della produzione del filato serico e del suo commercio nel Mediterraneo. Infatti, obiettivo della dott.ssa Procopio è proprio quello di dimostrare il ruolo fondamentale della Calabria nell’industria serica; ed è suo desiderio che ognuno, soprattutto la classe politica locale, abbia la consapevolezza delle ricchezze del territorio e delle sue “capacità di portarci in alto”.

Quella della seta è un’arte che ha saputo dare così tanto alla città di Catanzaro e potrebbe continuare a farlo se si valorizzasse al meglio il suo immenso patrimonio.

A seguito del dibattito, gli alunni hanno potuto trascorrere un’intera giornata  nello splendido paese di San Floro, dove  hanno potuto conoscere la storia della Cooperativa "Nido di Seta", attraverso un percorso di scoperte che li ha avvicinati alla conoscenza di un territorio e delle sue antiche tradizioni artigianali. L'innovazione del progetto sta nella ripresa dell'antica filiera della gelsibachicoltura, da parte di tre ragazzi: Domenico Vivino, Miriam Pugliese e Giovanna Bagnato. Grazie a loro, gli studenti hanno ripercorso, visitando il castello risalente al IV secolo con al suo interno il museo dell'arte serica, antiche metodologie, tecniche di produzione ed attendibili fonti storiche. A fornire le informazioni necessarie sul processo di produzione e tintura della seta è stata la guida Cristina Orso Manzonetta.

Successiva è stata la visita al vero e proprio centro "Nido di Seta", in cui gli allievi hanno osservato i processi di sviluppo del baco e si sono cimentati nell'arte della trattura del filato dal bozzolo. “ E’ stato fondamentale per i ragazzi – ha detto Gagliardi- venire a contatto con questa realtà che non è nuova, ma semplicemente riprende ciò che in passato era fondamentale per il commercio e per lo sviluppo della nostra terra. Una realtà che possiamo conoscere nelle vie della nostra città, attraverso i centri storici dei nostri paesi e la volontà di giovani uomini e donne capaci di ispirare le nuove generazioni alla maggiore cura della Terra, alla riscoperta di quello che una volta ci rappresentava e di tutto ciò che può distinguerci dalle altre realtà culturali.”

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