di CARLO MIGNOLLI
Alla vigilia dell’Anno Giubilare 2025, l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace Monsignor Claudio Maniago ha incontrato la stampa per il tradizionale scambio di auguri natalizi e per discutere di alcuni dei temi che segneranno il cammino della diocesi nei prossimi mesi. Tra questi spiccano l’imminente Giubileo, il restauro del Duomo di Catanzaro LEGGI QUI e lo stato di salute della diocesi, con un’attenzione particolare alla formazione dei seminaristi e al ruolo della Chiesa nella società.
Il Giubileo del 2025, voluto da Papa Francesco e dedicato al tema “Pellegrini di Speranza”, rappresenta un invito rivolto a tutti i credenti a riscoprire il valore del cammino, inteso non solo come esperienza fisica ma soprattutto spirituale. «Il suono del corno giubilare ci richiama a una “sveglia” interiore», ha spiegato Monsignor Maniago. «Il Giubileo è un’occasione per rimettere in ordine le cose, a partire da noi stessi. È un evento che ci provoca positivamente, spingendoci a riscoprire valori fondamentali e a coltivare buone volontà, sia come Chiesa sia come società».
L’apertura ufficiale del Giubileo nella diocesi sarà celebrata con due solenni appuntamenti: il 29 dicembre 2024, alle 10:30, nella Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro, e il 30 dicembre, alle 17:00, nella Basilica Concattedrale “Santa Maria Assunta” di Squillace. Monsignor Maniago ha invitato tutti i fedeli a partecipare, sottolineando l’importanza del cammino comunitario: «Questo Anno Santo è un’occasione per camminare insieme come comunità, riscoprire la bellezza della fede e rinnovare la speranza che nasce dall’incontro con Cristo. Voglio vivere questo cammino al fianco della mia gente, pellegrino tra i pellegrini, perché il Giubileo non è solo un evento spirituale, ma una chiamata a costruire una comunità più coesa».
Per l’occasione, sono state individuate alcune chiese giubilari e creati percorsi spirituali che uniscono la dimensione religiosa alla bellezza naturale e culturale del territorio. «Camminare, sia fisicamente che spiritualmente, ci aiuta a riscoprire il senso profondo della fede e della comunione», ha aggiunto il Vescovo. «Questi percorsi sono un’opportunità per valorizzare il nostro patrimonio e per vivere lo spirito del Giubileo in modo concreto».
Monsignor Maniago ha poi offerto una panoramica sulla vita della diocesi, con particolare attenzione alla formazione dei seminaristi e alla vitalità del presbiterio: «Abbiamo sei seminaristi. È un numero che, se confrontato con il passato, può sembrare modesto, ma rappresenta un dato positivo per una diocesi come la nostra. Inoltre, il nostro presbiterio è numericamente significativo, con circa 130 sacerdoti diocesani e un’età media che considero buona. Mi ritengo fortunato rispetto a molte altre diocesi, soprattutto al Nord, dove i numeri sono inferiori e l’età media del clero è molto più alta».
Il Vescovo ha elogiato il lavoro del seminario: «È una comunità vivace, con un’equipe formativa competente. I ragazzi trovano un luogo di discernimento sano e una formazione solida. Negli ultimi tre anni ho avuto la gioia di ordinare otto sacerdoti e a gennaio se ne aggiungerà un altro. È una grande ricchezza per la diocesi e una gioia immensa per un vescovo».
«La nostra missione è alimentare la speranza e promuovere la solidarietà. Non si tratta di invadere altri ambiti, ma di svolgere il nostro compito: custodire i valori del Vangelo e metterli a disposizione della società civile. Essere cristiani significa vivere una fede concreta, incarnata nelle dinamiche quotidiane, con attenzione agli altri. Un buon cristiano è anche un buon cittadino», ha ribadito Monsignor Maniago.
Tra le iniziative di solidarietà, ha citato “Città Solidale”, che offre sostegno alle persone più fragili: «Le nostre parrocchie fanno già molto, ma vogliamo intensificare gli sforzi, soprattutto in vista del Giubileo. La speranza che celebreremo non è un semplice desiderio, ma la certezza che possiamo costruire qualcosa di buono, insieme».
Concludendo, Monsignor Maniago ha sottolineato le potenzialità della diocesi e della regione: «Abbiamo una storia e una ricchezza culturale straordinarie. Non dobbiamo limitarci a ricordare il passato, ma lavorare per costruire un presente e un futuro migliori. Cambiare le cose richiede impegno e il contributo di tutti. La speranza che celebriamo nel Giubileo è la certezza che, insieme, possiamo fare la differenza».
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