di IACOPO PARISI
La giornata conclusiva del Nuvola Festival si è aperta con due appuntamenti che hanno intrecciato linguaggi visivi e immaginari culturali, aprendo riflessioni sul fumetto come strumento di narrazione e di decodifica della realtà.
La mattinata è iniziata con Colazione Manga, un seminario condotto da Vincenzo Filosa, autore e fumettista affermato, che ha guidato il pubblico in un percorso appassionato dentro le potenzialità del manga come forma narrativa autonoma, stratificata e aperta. Il manga, ha spiegato, non si propone di essere compreso in modo lineare o immediato, ma restituisce al lettore la stessa sensazione di complessità che si prova nel guardare la vita mentre scorre davanti agli occhi.
Filosa ha sottolineato come la lettura "spassionata" dei manga, in particolare per i lettori più giovani, offra uno spazio di interpretazione personale, libero da condizionamenti. In un contesto culturale – quello giapponese – fortemente segnato dal senso del bene comune e dalla consapevolezza di far parte di un insieme, le storie raccontano spesso fatiche quotidiane e percorsi di crescita, in cui i personaggi 'crescono' assieme al lettore.
Particolarmente interessante il passaggio sulla capacità del manga di affrontare temi delicati e reali: dal racconto dello tsunami del 2011, ai reportage a fumetti ambientati nella centrale di Fukushima, fino alle denunce sociali di autori come Susumu Katsumata. Filosa ha evidenziato come il manga sia diventato una vera e propria seconda lingua in Giappone, capace di influenzare anche i primi movimenti studenteschi degli anni Sessanta, grazie ad autori come Sanpei Shirato. Un linguaggio popolare e profondo, spesso frainteso o semplificato da uno sguardo occidentale troppo distante.
A seguire, spazio alla presentazione di Architettura fantastica: gli archetipi visionari del fumetto, con l’autrice Michela De Domenico in dialogo con Simonluca Spadanuda, artista e graphic designer, e il giornalista Andrea Mazzotta. Il confronto ha indagato il rapporto tra disegno, spazio e tempo, sottolineando come fumetto e architettura condividano il disegno come mezzo espressivo e progettuale.
De Domenico ha mostrato come il fumetto permetta di rappresentare spazi in trasformazione, rendendo visibile il tempo attraverso le tavole. Un aspetto che lo differenzia dall’architettura, la quale si lega maggiormente alla dimensione statica. Tra gli esempi citati, l’opera di Chris Ware emerge come modello di integrazione tra architettura e narrazione. La discussione ha poi toccato casi iconici – come Gotham City o Metropolis – per evidenziare come gli spazi urbani immaginati nei fumetti influenzino la nostra percezione della città reale.
A chiudere l’incontro, una riflessione sul processo creativo condiviso tra fumetto e architettura: entrambi nascono da un’idea embrionale e si sviluppano attraverso fasi iterative, in un dialogo continuo tra immaginazione e concretezza.
La giornata proseguirà nel pomeriggio con l’atteso Cosplay Contest, occasione di festa e creatività per appassionati di tutte le età, e si chiuderà con un appuntamento d’eccezione: il talk dedicato a V for Vendetta, che vedrà la partecipazione di David Lloyd, disegnatore e co-creatore della celebre opera.
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