Catanzaro, Piero Bevilacqua alla libreria Ubik con Anpi: “Dietro la guerra le mire degli Usa”

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  11 aprile 2025 23:55

di MARCO VALLONE

Nell'ambito delle iniziative che Anpi Catanzaro ha in programma per arrivare fino al 25 aprile, giorno della festa della Liberazione, si è tenuta questo pomeriggio la presentazione, presso la libreria Ubik sita nel quartiere Lido del capoluogo di regione calabrese, del recente volume dello storico Piero Bevilacqua intitolato “La guerra mondiale a pezzi e la disfatta dell'Unione Europea”.

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L'appuntamento ha suscitato grande interesse nei presenti, che hanno avuto occasione di dibattere direttamente con l'autore. Tante le domande che il pubblico ha rivolto a Piero Bevilacqua, in un dibattito che, tra i vari protagonisti, ha visto anche impegnati Nunzio Belcaro, Mario Vallone, Valentina Falsetta, Filippo Veltri ed Armando Vitale.

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Lo storico Bevilacqua, al termine della presentazione del libro, ha poi rilasciato un'intervista ai nostri microfoni. Quali sono le ragioni per le quali Piero Bevilacqua parla di una “guerra mondiale a pezzi”? Chi sono i protagonisti? “I protagonisti sono diversi Stati – ha evidenziato l'autore del volume -. Gli episodi più eclatanti, più tragici di questa guerra mondiale, sono naturalmente quelli relativi a Russia e Ucraina nell'est dell'Europa ed Israele e la popolazione palestinese in Medio Oriente. E' una guerra unica perché dietro ci sono le mire degli Stati Uniti, contrariamente a quanto naturalmente afferma la stampa e i media occidentali. E gli Stati Uniti, che vogliono affermare un dominio unico planetario, si trovano di fronte a delle potenze che sono nel frattempo cresciute e si contrappongono al dominio unico. Sono potenze che vogliono realizzare una propria indipendenza e un proprio sviluppo autonomo, e mi riferisco per esempio non solo alla Russia e alla Cina ma anche al Brasile, al Sud Africa, all'India, tutti Paesi che emergono e che naturalmente non accettano più sia la dittatura del dollaro, sia la politica di condizionamento, quando non di violenza armata, da parte degli Stati Uniti”.

Come mai invece Piero Bevilacqua parla anche di una “disfatta dell'Unione Europea” ? “Perché questa ultima vicenda di riarmare l'Europa – ha rilevato lo storico – è un'iniziativa disperata perché gli europei hanno scommesso, sbagliando clamorosamente e anche per servilismo nei confronti degli Stati Uniti, immaginando che l'Ucraina avrebbe sconfitto la Russia e che la Russia sarebbe stata naturalmente frantumata in tanti statarelli da poter sfruttare. Questa è la prima sconfitta. Ma la sconfitta più grave è di carattere economico – ha sottolineato Bevilacqua -: il rapporto Draghi mostra limpidamente che gli obiettivi che l'Unione Europea si era posta sotto il profilo dello sviluppo economico sono stati mancati, non sono riusciti. L'Europa è un insieme di Paesi che è lontanissima dalla produttività industriale di Paesi come gli Stati Uniti e la Cina, e questo era l'obiettivo vero dell'Unione Europea, altro che Ventotene e leggende metropolitane di questa natura. L'Europa era un progetto neoliberista che è fallito, e che nel frattempo ha prodotto disuguaglianze, l'impoverimento dei ceti medi e dei ceti popolari, lo spostamento a destra dell'asse politico, la riduzione degli spazi di welfare. Esempio eclatante è il declino dell'Italia: l'Italia negli anni '80 era la quarta potenza industriale del mondo – ha affermato Piero Bevilacqua -, lo era diventata. Oggi è agli ultimi posti: è un Paese in conclamato declino e l'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea. Quindi uno dei principali Paesi dell'Unione Europea, con le politiche sovranazionali dell'Europa, si è impoverito ed è retrocesso nelle classifiche mondiali. Noi abbiamo un Paese con quasi 6 milioni di poveri assoluti”.

Dalle parole dell'autore del volume “La guerra mondiale a pezzi e la disfatta dell'Unione Europea”, presentato questo pomeriggio, si comprende bene quali siano, dal suo punto di vista, le responsabilità dell'Occidente, dell'Europa e degli Stati Uniti nella “guerra mondiale a pezzi”. Per quanto concerne invece il lato orientale, per esempio, la condotta della Russia di Putin è da considerarsi, secondo Piero Bevilacqua, inappuntabile o c'è qualcosa che non è stato perfetto? “Io speravo che Putin si limitasse ad occupare le repubbliche del Donbass, quelle che sono state minacciate dal governo di Kiev – ha commentato Bevilacqua -. Evidentemente il gruppo dirigente russo ha pensato che non potessero fare a meno di entrare in guerra perché altrimenti l'Ucraina sarebbe entrata nella Nato. E questo, per la Russia, era una minaccia insostenibile. Perché l'Ucraina nella Nato sarebbe significato, come secondo passaggio, l'installazione di missili nucleari che sarebbero potuti arrivare in pochi minuti su Mosca. E quindi naturalmente la Russia avrebbe perduto, in questo caso, la propria sovranità. Cioè un Paese che vive minacciato, e sotto ricatto, di una grande potenza come gli Stati Uniti, perché i padroni sono gli Stati Uniti, e naturalmente i poveri ucraini sono massa di cannone... Quindi la Russia ha dovuto giocare la partita grossa, anche se naturalmente ha cercato di limitare l'operazione, chiamandola 'operazione militare speciale', perché la Russia avrebbe potuto disfare in poco tempo l'Ucraina con i bombardamenti a tappeto. Come hanno fatto gli Stati Uniti, per esempio, in Iraq. Ma non l'ha fatto: ha cercato di limitare il proprio conflitto armato ai reparti militari, all'esercito e alle infrastrutture civili energetiche e così via. Naturalmente purtroppo ci sono anche i morti civili, ma non sono, come a Gaza, i morti civili l'obiettivo dei militari. Netanyahu ammazza i civili, i bambini, le donne in maniera deliberata. In Ucraina purtroppo muoiono anche donne e bambini – ha evidenziato Piero Bevilacqua -, ma sono effetti inevitabili di una guerra che però è contro l'esercito. E' una guerra, diciamo, corretta contro, anche se la guerra è sempre una cosa terribile naturalmente, le strutture e le infrastrutture. Speriamo che finisca presto perché possa nascere un nuovo ordine mondiale. Perché questa guerra, se finisce con la sconfitta della Nato, può segnare una nuova pagina dell'assetto internazionale, con maggiore equilibrio di potere tra tutti gli Stati”.

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