Catanzaro, presentato il libro di Maurizio Federico e Margherita Eichberg: “Le tre vite di Lisa”

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  23 novembre 2024 00:40

di MARCO VALLONE

“Raccontiamo la storia sfortunata di una bimba che è venuta dall'Ucraina, che abbiamo adottato in Ucraina. Abbiamo cercato di dargli la vita migliore possibile. Siamo incappati in una struttura ospedaliera che ci ha fatto veramente un brutto regalo, nel senso che alla fine Lisa è morta per le cure”. Una storia straziante quella raccontata da Maurizio Federico, direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale presso l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), relativamente agli accadimenti che hanno toccato la figlia adottiva Lisa, deceduta il 3 Novembre 2020 presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in seguito ad un trapianto di midollo allogenico, praticato per curare una patologia ematologica.

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Insieme alla moglie Margherita Eichberg, presidente dell'associazione L.I.S.A. (Lottiamo Insieme per la Sanità degli Adolescenti) e soprintendente per la provincia di Viterbo e la Tuscia meridionale presso il Ministero della Cultura, Maurizio Federico è autore del libro “Le tre vite di Lisa”, testo dedicato alla sventurata figlia della coppia, presentato ieri pomeriggio presso l'Accademia Armonia in Via Lombardi 19 a Catanzaro.

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“Parliamo delle tre vite di Lisa. La prima vita – ha narrato Maurizio Federico – si è esaurita nel momento in cui lei è stata abbandonata dalla sua madre naturale. La seconda vita si è esaurita nel momento in cui ci avevano cacciato via dall'Ucraina negandoci, in una prima fase, l'adozione. E la terza vita purtroppo si è consumata all'ospedale Bambino Gesù”. Nel libro i genitori di Lisa denunciano quelli che ritengono essere stati una serie di errori ed omissioni del personale sanitario dell'ospedale romano presso cui la figlia era in cura, ponendo dubbi ed interrogativi sulla qualità dell'assistenza in una delle strutture pediatriche d'eccellenza della sanità italiana.

“Noi ovviamente viviamo di rimorsi – ha sottolineato da parte sua Margherita Eichberg -. Siamo stati ingannati da un ospedale che tutti dicono essere un'eccellenza: è un ospedale monopolista. Tutti devono potere avere alternative: deve rinascere la sanità pediatrica pubblica, bisogna che i pediatri di tutta Italia parlino ai bambini e seguano quell'operato degli ospedali. Soprattutto ci deve essere molta più pluralità d'offerta, il monopolio deve finire, e ovviamente i diritti dei bambini e dei ragazzi devono essere rispettati. Cosa che invece nel nostro caso non è accaduta. Nostra figlia è morta tra sofferenze atroci: hanno individuato il trapianto di midollo come unica terapia perché era quella più redditizia per l'ospedale, e anche la più interessante per le ricerche che stavano conducendo. Questa terapia è stata praticata in maniera avventatissima, senza la minima cautela: nostra figlia non era una malata oncologica. Vogliamo che quello che è accaduto non accada mai più, anche se riteniamo che ancora continuino cose analoghe dentro le mura di quell'ospedale. Speriamo che le alternative prendano vita presto e che storie così non accadano mai più”.

Maurizio Federico e Margherita Eichberg entrarono per la prima volta nel pronto soccorso a causa di un forte livido che la figlia aveva sviluppato a seguito di una caduta da un monopattino. A seguito di alcune analisi venne riscontrata una piastrinopenia che portò al ricovero della bambina presso la struttura ospedaliera del Bambino Gesù. A seguito del ricovero venne diagnosticata un'anemia aplastica, in relazione alla quale “il midollo non era più in grado di colmare le piastrine, e si stava anche abbastanza impoverendo di globuli bianchi. Ma poi abbiamo saputo che questo impoverimento di globuli bianchi era dovuto al mezzo chilo e passa di antibiotico che Lisa si è dovuta sorbire” ha affermato Maurizio Federico durante l'appuntamento. Alla base delle critiche che i genitori di Lisa muovono all'operato dei sanitari, infatti, vi è la presunta somministrazione erronea, durante i 52 giorni di ricovero presso l'ospedale per arrivare ad una diagnosi, secondo il parere espresso dal padre adottivo di Lisa durante l'appuntamento, “di 600 grammi, poco più di mezzo chilo, di un antibiotico potentissimo dato tutti i giorni, e dispensato 3 volte al giorno” senza che vi fosse efefettivamente un'infezione in atto. Per profilassi. “L'ematologo ci disse che Lisa aveva la citopenia refrattaria dell'infanzia e dell'adolescenza, e per questo doveva fare un trapianto di midollo osseo” ha raccontato Maurizio Federico, che si è poi soffermato sul fatto che invece vi sarebbe stata un'alternativa a questo trattamento: “una terapia immunosoppressiva che non avrebbe avuto alcun tipo di effetto collaterale. Aveva un 50/60% di probabilità di riuscita. Ma se non fosse riuscita si sarebbe potuti tranquillamente accedere al trapianto di midollo osseo”. Un trattamento che sarebbe stato rinviato più volte a causa dell'assenza del farmaco, che pur l'ospedale avrebbe richiesto, stando al racconto ascoltato durante la presentazione del libro “Le tre vite di Lisa”.

L'urgenza di agire avrebbe dunque portato al trapianto allogenico di midollo osseo, per il quale sarebbe stata selezionata una donatrice tedesca, completamente compatibile per gli antigeni di istocompatibilità. “Ma aveva un problema questa donazione: il problema era che questa signora aveva un gruppo sanguigno incompatibile con Elisabetta. Incompatibilità maggiore. Lisa era gruppo 0, la signora tedesca è gruppo AB”. Secondo il racconto di Maurizio Federico, dunque, la sacca di sangue non compatibile somministrata nell'infusione midollare sarebbe stata la causa definitiva del dramma a cui poi è andata incontro la figlia, con il successivo rigetto, da parte della ragazza, delle cellule non compatibili. Di questo e di altri presunti errori sanitari si parla in modo maggiormente specifico nel libro.

Bianca Laura Granato, già senatrice ed attualmente presidente dell'associazione “Popolo Unito”, ha organizzato l'evento. Relativamente a quali siano le ragioni che l'hanno portata a dar voce alla tematica trattata ieri pomeriggio, Granato ha evidenziato come quella della malasanità sia “una tematica che è all'ordine del giorno e di cui si devono conoscere le cause per poter poi naturalmente rimediare. Se invece di pensare soltanto ad incrementare le sanzioni per chi colpisce i medici, visto che stiamo assistendo ad una serie di aggressioni al personale medico e sanitario, non capiamo perché ci sia tanta gente non contenta della sanità pubblica e privata. Dobbiamo capire le logiche che sono sottese alla gestione della sanità pubblica e privata. Chi ci guadagna? E di chi si fa l'interesse quando si danno delle disposizioni sulla sanità? Quando si investe sulla sanità, si investe su alcune cose e si disinveste su altre. Per esempio si disinveste sulle cure, sui posti letto negli ospedali, sul personale medico e invece si investe sulla sanità privata e su alcuni farmaci che, per esempio, fungono da profilassi preventiva come i vaccini. Che non servono per curare”.

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