Lo storico e saggista catanzarese ha dialogato con gli studenti del Gutenberg sul suo romanzo che incrocia la contemporaneità della pandemia con il tempo della seconda guerra mondiale
26 maggio 2021 17:00di ANNA TRAPASSO
Due tempi lontani eppure profondamente simili: quello attuale, della pandemia, e quello della guerra mondiale, il secolo scorso. A metterli a confronto tra antitesi e similitudini è "Lettere da un altro tempo", il romanzo di Piero Bevilacqua, storico, saggista e scrittore catanzarese, presentato questa mattina al pubblico e agli studenti del Gutenberg XVIII.
L'appuntamento con l'autore è stato trasmesso in streaming, come del resto tutto il Festival che, per la prima volta, si tiene completamente online.
A introdurre lettori e ascoltatori nella trama di "Lettere da un altro tempo", il docente del Liceo classico "P. Galluppi", Maurizio Bonito. Sono intervenuti anche Armando Vitale, presidente di "Gutenberg Calabria", Elena De Filippis, Dirigente del Liceo "P. Galluppi" e tre studentesse, Maria, Lucrezia e Chiara, che hanno aperto il dibattito attraverso le loro riflessioni.
"Il romanzo è incentrato sulla lettera come mezzo di comunicazione perduto, che ci riconduce al passato ma che al contempo rende protagonista, attraverso la sua riscoperta, anche chi non lo è del tutto: Francesca. Francesca è la nipote di Bice, una nonna che non c'è più ma che rivive attraverso le sue lettere e le vicende della nipote, una studentessa che fa il dottorato alla Sorbona e che si trova nel mezzo della pandemia a scoprire tramite alcune lettere le vicende della nonna durante la Guerra mondiale. -così Bonito, introducendo la trama del libro al pubblico- La prima parte del romanzo è caratterizzata da una terribile attualità, che si può riassumere nella scena in cui Francesca viene fermata dagli agenti durante il lockdown, così come la nonna veniva fermata a Napoli dalle ronde fasciste. Si tratta di due scene lontane nel tempo ma molto vicine dal punto di vista della comune sofferenza e dell’atmosfera. Sono molti altri i parallelismi tra Bice e Francesca, le questioni familiari, quelle sentimentali: è per entrambe una lotta dura ma anche una storia di vita vissuta con un bellissimo finale, in cui la "leonessa" Bice ci lascia la sua ultima lettera per trasmettere con un incontro immaginario, romantico e forse extrasensoriale, la sua forza di vivere e di affrontare le difficoltà della vita, a noi quanto alla nipote, che appare come una predestinata".
E' il tempo, quindi, delle riflessioni e delle domande per le studentesse in presenza: Maria e Lucrezia si soffermano sugli aspetti stilistici del romanzo, sull'uso della lettera, che -Seneca insegna- "è lo strumento migliore per trasmettere dei valori morali", nonchè "un modo per avvicinarsi al lettore", dicono.
Chiara, che invece ha a cuore il tema dell'emancipazione femminile, esterna le sue riflessioni su nonna Bice, "una donna forte, coraggiosa, fuori dalle convenzioni del tempo".
A chiarire ogni dubbio e curiosità ci pensa direttamente l'autore, Piero Bevilacqua, che commenta così il suo romanzo.
"Lettere da un altro tempo" contiene una forma di distanziamento temporale che mette in comparazione due piani somiglianti, ma non identici -spiega Bevilacqua- La nonna ha, infatti, a che fare con la guerra, che la fa patire e le comporta una perdita atroce; Francesca invece subisce la pandemia. Ma questa similarità viene meno quando si compara l’intensità nei prapporti, nel nostro tempo ormai perduta. Oggi i rapporti umani sono molto più frantumati, il sentire amoroso è meno intenso, e questo induce a una riflessione sul nostro tempo, dominato dalla fretta, da una compulsione continua al fare, al consumo, che conosce pochissimi momenti di riflessione, di pausa, di meditazione da parte delle persone".
"La mia è una critica alla modernità che non significa rifiuto della modernità, in quanto non sarebbe corretto per uno storico. Vi è un riconoscimento del progresso tecnico scientifico ma non si omette la riflessione su ciò che esso comporta. La mia è sempre una visione critica dialettica, mai unidimensionale. -prosegue Bevilacqua- Bice è una donna libera, indipendente, fiera, che rappresenta la ribellione all'associazione del concetto di anzianità con quello di marginalità sociale. Altro mio tema è infatti quello dell'invecchiare: bisognerebbe farlo vestendo a colori, con gioia e facendosi carezze, andando contro una società che crea ghetti".
"Infine -conclude Bevilacqua- il mio è anche un sottile messaggio subliminale a chi parla di certe conquiste interstellari: non c’è un pianeta di riserva che ci aspetta. Scordiamocelo. Abbiamo una sola occasione di vita: quella che ci fornisce la nostra Terra e non va sprecata".
In chiusura, i saluti di Vitale, che da sempre si spende totalmente nella promozione della lettura, un modo per "diventare più virtuosi nel prepararsi ad affrontare le vita e i mestieri futuri", e della dirigente De Filippis, che interviene mettendo in evidenza "l’immagine delle donne partenopee -come nonna Bice- che prima foraggiano chi combatte e poi combattono anche esse al fianco dei loro ragazzi". "Questa immagine, ricostruita con poeticità -afferma- ridona alle donne di un tempo quella dignità che la storiografia ha molto spesso sacrificato". Anche nonna Bice contribuisce a dimostrare "come il Mezzogiorno abbia contribuito alla lotta di resistenza".
Gutenberg prosegue con la sua fitta rete di appuntamenti. Con Piero Bevilacqua l'appuntamento è rinnovato per domani sera: si dialogherà sulla sua ultima fatica letteraria, "Ulisse in giro per Roma".
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736