
di GAETANO MARCO GIAIMO
Un momento conclusivo dedicato a diffondere quello che si è compiuto e cosa i servizi pubblici attuano riguardo la problematica dell'uso di sostanze stupefacenti tra i giovani, cercando di costituire una rete che metta assieme esperti e competenze: questa mattina, nel Centro Polivalente "M. Rossi" di Catanzaro, il progetto SPREAD - Strategie preventive a contrasto delle dipendenze comportamentali e d’abuso, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dato infatti vita a un focus group dedicato alle “lesson learned”, ovvero alle buone pratiche e alle criticità emerse nel corso delle attività, con l’intento di elaborare un programma di intervento condiviso con i principali attori istituzionali del territorio.
L'adesione di associazioni, enti del terzo settore e istituzioni è stata importante: hanno partecipato alla discussione infatti direttori e gli operatori del Centro Giustizia Minorile di Catanzaro, della Procura per i Minorenni, della Questura (area minori), oltre ai referenti del Dipartimento regionale Salute e Welfare e agli ETS che operano nel campo delle devianze e delle dipendenze, tra cui Cooperativa Sociale Zarapoti e Progetto Sud, realtà che hanno collaborato alla realizzazione di SPREAD; ha fatto rumore, incece, l'assenza di rappresentanti dei Servizi Pubblici per le Dipendenze. "Lo scopo di oggi è incontrare le istituzioni per fare il punto su questo fenomeno e rinnovare l'invito a rinsaldare questa alleanza educativa e pedagogica", ha dichiarato in apertura Andrea Barbuto, responsabile tecnico del progetto, prima di dare avvio ai lavori del gruppo.
"SPREAD è durato tre anni e ha coinvolto il territorio di Catanzaro e Lamezia Terme, interessando la fascia dei giovani tra i 14 e i 20 anni", ha proseguito Barbuto, che ha spiegato le modalità con cui si è svolto il progetto, "Ci si augura che da questo tavolo nasca una sinergia che possa evitare la diffusione ulteriore del fenomeno, creando uno spazio interistituzionale per condividerne la lettura". Dalla discussione sono emerse molte criticità, come la maggiore diffusione anche tra i giovanissimi della cocaina e del gioco d'azzardo, la carenza di informazione sugli effetti delle sostanze stupefacenti e la necessità di parlare lo stesso linguaggio delle età di riferimento. Anche il Commmissario Capo della Polizia di Stato, Giuseppe Travagliante, e l'Ispettore Fabrizio Corapi sono intervenuti, portando l'esperienza delle forze dell'ordine nell'ambito della prevenzione, spiegando anche come "i social rendono più facile entrare in contatto con gli spacciatori" e che persino "le droghe considerate leggere sono cambiate e diventate più pericolose".
La Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, Isolina Mantelli, ha poi espresso il suo punto di vista: "I giovani sono affetti da grande solitudine, hanno perso la speranza e hanno sfiducia totale nel mondo, per questo si affidano alla cocaina che stimola la serotonina. Dobbiamo combattere il malessere dei ragazzi, conquistarli e occupare il loro tempo libero in maniera intelligente, creando maggiori momenti aggregativi". Il Presidente della Cooperativa Sociale Zarapoti, Ampelio Anfosso, ha rimarcato la necessità di mettere da parte i campanilismi e unire realmente le varie realtà in un obiettivo comune, mentre Angelina Ianchello di Progetto Sud ha spiegato come spesso gli interventi nelle scuole non bastino. Il dibattito ha evidenziato come ormai sia stato accettato l'uso di sostanze stupefacenti nell'opinione pubblica e che non siano solo i contesti sociali degradati a determinare un fattore di rischio. Spazio anche ai giovani, tra volontari e membri del servizio civile, che hanno parlato delle proprie esperienze di vita e spiegato come spesso ci sia un sommerso anche all'interno delle zone della movida che molti non vedono.
Nel tirare le somme, è emersa la necessità che la Pubblica Amministrazione non veda più il terzo settore come subalterno nei tavoli di discussione. Gli obiettivi emersi sono due: occupare i ragazzi nei momenti esterni alla scuola e formare i genitori, così da renderli maggiormente consapevoli del proprio ruolo nel processo educativo. La proposta che è emersa al termine della giornata è stilare un documento da firmare assieme e proporre al Governo Regionale, per poter mettere in campo un programma serio e che possa essere valutato nello sviluppo delle politiche sociali su questo target d'età, spesso troppo scevro di attenzioni. Al termine del focus, i partecipanti sono stati invitati a un momento conviviale presso il locale “Big B”, adiacente al Centro Polivalente, per condividere in un clima informale il valore del percorso svolto. Con quest’ultimo appuntamento, SPREAD non si chiude, ma apre una prospettiva di lavoro concreta e condivisa: quella di una prevenzione che ascolta, dialoga e cresce insieme ai giovani.
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