Catanzaro, Talerico: "Ecco il vero quadro della vicenda di Telecontact"

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  06 novembre 2025 13:51

"Parliamo chiaro. TIM, dopo lo scorporo della rete nel 2024-25 e la partecipazione pubblica in FiberCop, ha imboccato la strada del “solo core business”: tenere la parte più pregiata e mollare tutto il resto per fare cassa. È la stessa logica con cui si sono gestite altre dismissioni. Peccato che, mentre i conti si lucidano, i lavoratori vengano trattati come una voce di costo da spostare di colonna.
Non cadiamo dal pero: la parabola nasce agli inizi 2000, quando la privatizzazione selvaggia trasformò un campione mondiale in un gigante con i piedi d’argilla. Scalate, indebitamento, norme che impedivano flessibilità tariffaria, organici sovradimensionati. Poi lo scorporo della rete con CDP: due aziende, una commerciale (TIM) e una tecnica (FiberCop). La parte tecnica, a partecipazione statale, ha assorbito gran parte del personale e gestisce la rete “per tutti”… ufficialmente. Perché Open Fiber e Infratel gestiscono pezzi di rete senza confluire in FiberCop: domanda che resta aperta e che qualcuno, in Parlamento e al Governo, deve finalmente spiegare.
Oggi Telecontact sta nel perimetro TIM (marketing e servizi), ma tra 2023 e 2024 - quando lo scorporo era ancora “in cantiere”- si sono registrati esodi “volontari” verso TIM. Molti operatori di call center sono stati riconvertiti in un processo di’ internazionalizzazione voluto dall’ex AD.
Oggi questi lavoratori sono stabilmente in TIM o in FiberCop. 
Questo progetto, però, è stato bloccato dal nuovo management.
Forse perché si vuole arrivare, oggi, a un perimetro “snello” da mostrare ai mercati? Se la risposta è sì, non si pensi di far pagare il conto a dipendenti che oggi si vedono scivolare da una SpA a una srl. Una srl che, tra due anni, potrebbe non offrire alcuna garanzia. Questo non è “mercato”: è scarico di responsabilità.
Abbiamo già visto crisi analoghe in società private, con posti di lavoro appesi a un filo. E la buona politica è riuscita a trovare le soluzioni. Allora è importante che il Ministero del Lavoro e la Regione possano avviare immediatamente un tavolo vincolante. Se lo Stato è azionista nella rete e arbitro nel settore, non può essere spettatore quando le persone rischiano di essere retrocesse di tutele.
Il Presidente Occhiuto, sensibile alle politiche del lavoro, nella prossima settimana farà un primo incontro con il Sindaco di Catanzaro.
Le soluzioni da proporre ci sono e mi permetto di indicarne qualcuna : 
-    Clausole sociali negli appalti: TIM e le società pubbliche o partecipate che acquistano servizi devono inserire obblighi di riassorbimento del personale in caso di cambio appalto.
-    Trasparenza su FiberCop, Open Fiber, Infratel: relazione pubblica—numeri alla mano—sul perché pezzi di rete e di personale siano “a geometria variabile”. Basta zone grigie.
-    Tavolo permanente a Catanzaro per i lavoratori Telecontact in Calabria, con Prefettura, Regione, organizzazioni sindacali e azienda: incontri calendarizzati e impegni verificabili.
-    Sanzioni e penalità: se chi subentra non rispetta gli impegni, decadono i contratti e scattano penali automatiche.
Non si può chiedere a chi ha tenuto in piedi servizi e clienti, tra turni e obiettivi crescenti, di accettare un salto nel buio. Da una Spa a una Srl senza paracadute è un downgrade sociale. Chi lo permette ne risponde politicamente. Perdere circa 500 posti di lavoro vorrebbe dire aprire una nuova crisi sociale ed economica per queste famiglie.
Il nostro Governo regionale ha già risolto casi simili, può farlo anche adesso, anche grazie alla collaborazione dei sindacati e, voglio citare in particolare Andrea Ranieri, segretario generale Uilcom Uil Calabria, per il suo impegno e capacità di coinvolgimento. L’impegno e l’interesse devono essere di tutti, anche del Sindaco Fiorita, a cui non occorrono mozioni per portare avanti la vicenda Telecontact, lui rappresenta già tutta la Città, per cui non ha necessità di mozioni o altre inutili formalità per concentrare l’attenzione e per far individuare una soluzione.
A TIM dico: i conti si sistemano senza calpestare le persone. A Telecontact dico: niente scorciatoie. E ai lavoratori, una promessa: laddove non arriverà la politica, arriveremo con i Tribunali!"

Lo scrive, in una nota, Antonello Talerico, Consigliere Comunale di Catanzaro.


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