Catanzaro, Ventura: "Il Duomo torni alla nostra comunità com'era e dov'era"

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Sabatino Ventura Nicola

  15 ottobre 2025 19:43

"Dunque sarà recuperato ai cittadini di Catanzaro e dell’intera Calabria, dopo molti anni d’inagibilità, il Duomo (preferisco chiamarlo Duomo, e non Cattedrale, perché così da sempre è conosciuto dai Catanzaresi). Sarà riconsegnato alla comunità cittadina, ovviamente non subito, ma dopo il completamento del ripristino. Ci vorrà del tempo. Il Duomo fu chiuso nel 2017 a seguito del crollo di una parte del soffitto. Ora, grazie ad appositi finanziamenti, saranno effettuati i lavori per riconsegnare a Catanzaro l’importante costruzione architettonica di culto. Il Duomo di Catanzaro, nato nel 1121, ha ricevuto, nei secoli, numerosi interventi di ampliamento e di completamento. Ha, anche, in questi suoi novecento anni di vita, subito due gravi devastazioni, una a causa di un terremoto, 1638, e l’altra ottantadue anni fa dal bombardamento aereo durante la seconda guerra mondiale. Il Duomo che la mia generazione, e anche tutte le successive, conosciamo è questo attuale, riconsegnato alla città nel 1956.

Intervengo sull’argomento dei lavori di ripristino a seguito di quanto ho letto, di qualità, scritto da Marcello Furriolo e Sergio Dragone, che mi hanno allarmato per quanto hanno paventato possa accadere. Anche la Presidente di Italia Nostra, Elena Bova, ha offerto una riflessione nel merito delle scelte ricostruttive previste. Sull’argomento leggo anche quanto hanno scritto, con puntuale esposizione, l’associazione Petrusino ogni Minestra e il Consigliere Comunale Sergio Costanzo. Condivido molto la sostanza dei loro interventi. Anch’io intendo svolgere qualche considerazione e richiamare l’attenzione su punti, che ritengo, siano il cuore delle preoccupazioni. Lo faccio spaziando con la mente un po' in alto, pensando proprio a dove ha trovato posto la madonnina di Rito.

Nel mese di agosto ho avuto ospite un mio nipote che vive in Puglia. Non veniva a Catanzaro da molti anni. Ha voluto rivedere i luoghi che gli erano rimasti presenti, e mentre in auto entravamo nella città storica, mi disse: ricordo sempre quella madonnina che vedevo per prima arrivando a Catanzaro. Ora quella sua esternazione la recupero con molta importanza perché ha, in riferimento alla questione in argomento, acquistato un valore di scelta. E ho pensato che quando in una città un’opera, in questo caso architettonica, per un qualche motivo ha subito danni, degrado, distruzioni importanti, e si decide, per il valore rilevante in sè della stessa, ma anche per quello sentimentale, culturale e/o per essere parte della sostanza di una comunità, la si deve integralmente ridare ai cittadini. Se invece si decidesse, sbagliando profondamente, di ripristinarla apportando significative modifiche, si dovrà avere il coraggio di dire che si vuole realizzare un’opera nuova, o, sostanzialmente, in parte nuova. Ma una eventuale tale scelta dovrà essere abbondantemente motivata, e sotto ogni aspetto: culturale, architettonico e tecnico. Ma sono certo che non potrà esistere nessuna motivazione valida, rispetto a quelle indicate o altre ancora, a suo sostegno.

Da quanto leggo viene fuori, se non ho capito o intuito male, che non avremo lo stesso Duomo, perché sarà modificata la volumetria, soprattutto in altezza, per motivi economici: il finanziamento non è sufficiente per ripresentare il Duomo per come è oggi. Se fosse questo il motivo della scelta, altri non riesco ad individuarli, sarebbe di una gravità senza la minima attenuante. Sarebbe una vergogna storica per le istituzioni calabresi e catanzaresi.

Ho pensato mentre scrivevo al teatro La Fenice, di Venezia, distrutto in gran parte, alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, da un incendio, e che è stato riportato, così com’era, agli antichi splendori senza alcuna modifica. Ricordo che i cittadini e le istituzioni di Venezia lo ripristinarono con un imperativo che divenne voce della collettività: COM’ERA E DOV’ERA.

Vale anche per la ricostruzione del teatro Petruzzelli di Bari, distrutto il 1991 da un incendio, che fu rifatto integralmente com’era.

Anche il campanile e altra parte distrutte, sempre da un incendio, della Cattedrale Notre Dame di Parigi, 2019, sono ritornate esattamente com’erano prima dell’incendio.

Anche il Duomo di Catanzaro dovrà, senza alcuna discussione deviante, ritornare alla comunità Catanzarese e Calabrese COM’ERA E DOV’ERA.

Ritengo che il Sindaco abbia il dovere d’informare tempestivamente la città su come sta esattamente la questione.

Ricordo che sul territorio comunale per ogni intervento realizzativo, l’ultima parola spetta all’Amministrazione Comunale".

Lo scrive, in una nota, Sabatino Ventura Nicola, già assessore comunale.