Celebrata la Giornata di preghiera per i giovani al Santuario dello Scoglio, nel Reggino

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  08 settembre 2025 16:08

Tanti giovani, sabato 6 Settembre 2025, alla giornata di preghiera, a loro dedicata, presso il santuario diocesano della Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio. Soprattutto nel pomeriggio, quando vi è stato il clou delle funzioni e celebrazioni, presiedute dall’arcivescovo emerito, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, essendo il vescovo di Locri impossibilitato ad essere presente per sopraggiunti impegni, tanti giovani e, anche, meno giovani, che hanno partecipato all’incontro di preghiera, hanno manifestato tanta gioia ed entusiasmo. Si è partiti con la preghiera del santo Rosario, per poi passare a un momento di lode, molto partecipato, con inni e canti al Signore.

Quindi vi è stata l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Morosini, la preghiera di intercessione di Fratel Cosimo, la benedizione eucaristica. Tanto spazio è stato dato alle confessioni, fin dal mattino. I sacerdoti presenti hanno, infatti, confessato ininterrottamente per tante ore. Tra i gruppi di giovani presenti, anche provenienti dall’estero, si segnalano: i giovani dell’oratorio di Placanica, guidati dal parroco don Gianluca Gerace; i giovani dell’Unitalsi; i giovani dell’associazione di atletica diretta dall’insegnante Alina Gligore; i giovani dell’Accademia Arti Marziali Cavallo. Ad animare la santa Messa il coro di san Giorgio martire e san Biagio vescovo, di Stilo, diretto dal maestro Luigi Stillitano. Il vescovo Morosini, che nella propria omelia ha richiamato alcuni importanti concetti espressi da Fratel Cosimo, ha esortato a non conformarsi al mondo e a non sentirsi anacronistici nel vivere una vita dedicata al Signore Gesù.

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Fratel Cosimo, nella propria evangelizzazione, che riportiamo qui di seguito interamente, ha prima invitato tutta l’assemblea a elevare un’ave Maria alla Madonna. Dopodiché ha espresso:  “Un saluto cordiale rivolgo all’arcivescovo Monsignor Morosini, che negli anni passati è stato vescovo della nostra diocesi di Locri-Gerace, e che oggi abbiamo il piacere di avere qui in mezzo a noi. Saluto i sacerdoti e i diaconi. E un saluto rivolgo a voi cari giovani e a voi sorelle e fratelli, pellegrini di speranza. A voi tutti sia pace, misericordia e grazia nel nome santo del Signore. In questo primo sabato di settembre sono lieto di condividere con voi questo momento, in occasione della giornata di preghiera dedicata in particolare a voi giovani. Come sapete stiamo vivendo l’anno santo giubilare della speranza, che è un’opportunità di grazia speciale per noi e per tutto il popolo di Dio. Quindi cerchiamo di usufruire di questa grazia che il Signore ci offre attraverso le disposizioni della santa chiesa, per rinnovare la nostra vita spirituale attraverso un percorso di riconversione e di purificazione, accostandoci al sacramento della riconciliazione. Siamo riuniti qui, in questo giovane Santuario dedicato alla Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, per vivere insieme con voi, giovani del domani, un momento di gioiosa e fraterna comunione in Cristo Gesù nostro Signore. Apriamo i nostri cuori, affinché il messaggio del Vangelo, che è il vero nutrimento del nostro spirito e della nostra anima, operi in noi una trasformazione e un rinnovamento interiore, mediante l’azione dello Spirito Santo di Dio. Con questi sentimenti ora vogliamo ascoltare dal Vangelo di Luca cap. 14 i versetti dal 28 al 30: “In quel tempo disse Gesù alla folla: Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Fratelli e sorelle, cari giovani, come abbiamo appena ascoltato dal Vangelo di Luca, Gesù disse alla numerosa folla che lo seguiva, e oggi lo ripete anche a noi tutti, in particolare a voi giovani: “Chi di voi volendo costruire una torre, non siede prima per farsi i calcoli della spesa, e allo stesso tempo per vedere se ha i mezzi per poterla portare a compimento?”. Gesù riportando questo esempio, a quanto pare ha voluto mettere in evidenza la necessità di calcolare bene la spesa prima di prendere una decisione. Potremmo paragonare la vita cristiana simile a un progetto di costruzione, cioè la torre menzionata nel Vangelo, tanto per capirci. Nel caso vostro, mi rivolgo a voi giovani che dovete costruire la torre della vostra vita, prima di iniziare qualunque impresa, pensateci bene e cercate di costruire le fondamenta della vostra vita sulla roccia, quella roccia viva che è Gesù Cristo. Nel corso di tanti anni, nello svolgere la particolare missione che il Signore mi ha affidato, spesso incontro a colloquio privato tanti giovani, i quali mi manifestano le loro difficoltà nell’affrontare la vita, le loro incertezze, le loro ansie, e soprattutto le loro paure, le quali provocano nei loro animi scetticismo e pessimismo nel pensare alla vita futura. Vi do subito la risposta cari giovani, alla luce della Parola di Dio: Nella seconda lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo dice il Signore attraverso la sua parola: “Io non vi ho dato uno spirito di paura, ma uno spirito di forza, di amore e di saggezza”. E Gesù dice anche nel Vangelo di Matteo al cap. 6 v. 34: “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini”. A ciascun giorno basta la sua pena”. Ciò vuol dire che bisogna confidare pienamente in Lui e non lasciarsi prendere dallo spirito di scoraggiamento. Diceva, se vi ricordate, il Papa santo Giovanni Paolo II ai giovani: Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo, Cristo sa cosa c’è nei vostri cuori, solo Lui lo sa. E il nostro Papa Leone, nel giorno del giubileo dei giovani indirizzò loro queste parole: Accogliete Gesù come compagno del vostro viaggio. Si cari giovani, anch’io oggi vi esorto fraternamente di aprire la porta del vostro cuore a Gesù Cristo, e invitarlo ad entrare. Gesù vuole entrare dentro di voi, nella vostra vita, accoglietelo, poiché Egli dice nel libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo al cap. 3 v. 20: “Io sto alla porta e busso, chi ode la mia voce e apre la porta, io entrerò e cenerò con lui ed egli con me”. Giovani, fratelli e sorelle, abbiamo ascoltato dal Vangelo di Luca quanto ha detto Gesù al v. 30 e cioè: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

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Potremmo interpretare il senso di queste parole come per dire: Gesù non vuole che alcuno si metta in cammino per seguirlo e poi rimanga per strada, ma la sua volontà è che ciascuno di noi divenga suo discepolo, nel vero senso della parola, per andare dietro di Lui e allo stesso tempo seguirlo, non fino a un certo punto, ma in tutto il percorso della propria vita. La nostra vita deve essere radicata e vissuta in Gesù Cristo, altrimenti rimane una vita completamente sterile, vuota, senza portare alcun frutto. Questo vale per i giovani e i meno giovani, per tutti. Miei cari, vogliamo dunque seguire Gesù Cristo, mettere in pratica il suo insegnamento, impegnarci a perseverare nella preghiera, tenendo conto che la preghiera è un’arma infallibile, e avere il coraggio di testimoniare davanti agli uomini Gesù Cristo senza alcuna reticenza e vergogna, come hanno fatto gli apostoli del Signore e anche i Santi, vedi i giovani Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, i quali domani verranno canonizzati. Sapete perché Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono diventati santi? Perché hanno preso sul serio il Vangelo, non da preti, non da frati e non da martiri in terre lontane, ma da giovani nel mondo, con le sfide, i sogni e le fatiche di ogni giorno. Hanno scelto Dio. Carlo Acutis era innamorato dell’Eucaristia, della quale diceva: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Mentre Pier Giorgio Frassati amava ripetere: “Vivere, non vivacchiare!”.

Con queste parole intendeva dire vivere la vita piena, quella vita di cui parla Gesù nel cap. 10 del Vangelo di Giovanni: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. I Santi sono importanti per la vita di ciascuno di noi tutti, perché sono di nostro esempio. Quindi, siamo chiamati anche noi a portare a tutti l’amore di Dio attraverso la nostra testimonianza.” Concludendo la propria catechesi ha quindi detto: “La Santa Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, che ci ha riuniti nel suo Santuario, ci accompagni in tutto l’itinerario della nostra vita, e ci aiuti a camminare sempre alla sequela di Gesù Cristo, via, verità e vita, nostra pace e nostra speranza. Dite Amen. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.” Al termine delle funzioni sono state distribuite delle immaginette di san Carlo Acutis, che la mamma dell’amato eroico giovane, ha voluto inviare al santuario. 

 

 

 

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