Celebrata la Messa di precetto pasquale al presidio Pugliese dell’AOU “Dulbecco”: segno di fede e condivisione

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  16 aprile 2025 20:24

Si è tenuta questa mattina, nella Cappella dell’Ospedale “Pugliese” di Catanzaro, la Messa di precetto pasquale rivolta a tutto il personale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco”. 

Un appuntamento particolarmente sentito, fortemente voluto dal Commissario Straordinario dottoressa Simona Carbone, che ha inteso offrire un’occasione di raccoglimento spirituale in preparazione alla Santa Pasqua, in uno dei luoghi simbolo della cura e della resilienza umana.
La celebrazione è stata presieduta da don Amedeo Gareri, cappellano ospedaliero, alla presenza di numerosi operatori sanitari, medici, infermieri e personale amministrativo. A partecipare alla Messa anche la dirigenza medica, con il Direttore Sanitario Domenico Perri e il Direttore Medico di Presidio Gianluca Raffaele, a testimonianza del significato profondo attribuito a questo momento di condivisione e spiritualità.

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Nell’omelia, don Amedeo ha guidato i presenti in una riflessione intensa sul senso autentico della Pasqua: passaggio, cambiamento, rinascita. “La Santa Comunione è il segno più bello che possiamo vivere, e lo è in modo particolare nel tempo pasquale – ha detto –. Ecco perché siamo qui: per dire grazie al Signore e per ricominciare uno stile di vita nuovo. Pasqua vuol dire fare qualcosa di nuovo. Altrimenti invecchiamo nelle nostre abitudini, facendo sempre le stesse cose”.
Un invito a riconoscere le ferite dell’animo umano, ma anche a lasciarsi toccare dalla novità del Vangelo, dalla forza dell’amore e dalla luce che ciascuno può portare nella vita degli altri, soprattutto in un contesto come quello ospedaliero. “Gesù ci dice: ‘Vai oltre.’ Vivi la tua vita, perché la vita è dentro di te. Senza Dio, oggi, non si va da nessuna parte.”

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A chi ogni giorno si confronta con la sofferenza – medici, infermieri, operatori socio-sanitari – è stato rivolto un pensiero speciale: “Siete voi, con il vostro servizio silenzioso e instancabile, a rispondere al grido d’aiuto che si legge negli occhi dei pazienti. Una persona è grande per quanto amore dona, per quanto bene lascia, per quanta speranza trasmette”.

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Nel tempo giubilare che invita a essere pellegrini di speranza, la Messa di precetto ha voluto essere una carezza dell’anima, un’occasione per fermarsi e ritrovare nel cuore la motivazione più profonda del proprio servizio.

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