Chiaravalle, Radici e Ali accusa: “Palazzo Staglianò: un patrimonio storico tradito dall'incompetenza amministrativa”

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Chiaravalle, Radici e Ali accusa: “Palazzo Staglianò: un patrimonio storico tradito dall'incompetenza amministrativa”

  10 agosto 2025 09:16

“In un'epoca in cui i comuni italiani lottano per valorizzare il proprio patrimonio storico e culturale come volano per il turismo e la coesione sociale, Chiaravalle Centrale offre uno spettacolo desolante: il restaurato Palazzo Staglianò, inaugurato con fanfare e promesse a giugno, ad agosto giace chiuso e inutilizzato, simbolo di un'amministrazione miope e incapace di capitalizzare sulle proprie risorse”.

Lo scrive il movimento civico di Chiaravalle “Radici e Ali”. “Mentre il sole d'agosto illumina le piazze del paese, le iniziative culturali – da mostre d'arte contemporanea a presentazioni di libri – vengono dirottate in una scuola anonima, lasciando il palazzo storico a marcire nell'oblio” prosegue la nota. “Una scelta non solo illogica, ma offensiva per i cittadini che hanno visto i loro fondi pubblici investiti in un restauro ambizioso, solo per essere traditi da decisioni amministrative che puzzano di pigrizia e scarsa lungimiranza” accusa il movimento.

Banner

“L'inaugurazione del Palazzo Staglianò, avvenuta a giugno, aveva acceso speranze legittime: l’edificio storico, trasformato in un polo culturale e museale, prometteva di diventare un cuore pulsante per la comunità calabrese – sottolinea “Radici e Ali”. - Annunciato già nel 2024 come un progetto di rilancio artistico, il palazzo – restaurato con fondi significativi – avrebbe dovuto ospitare eventi che unissero tradizione e modernità, attirando visitatori da oltre i confini comunali. Invece, post-inaugurazione, le porte sono rimaste serrate, con sporadiche aperture che non giustificano l'investimento.

Banner

Peggio ancora, per le attività culturali di questo agosto – un mese cruciale per l'animazione estiva in un territorio che combatte lo spopolamento – l'amministrazione ha optato per spazi alternativi come una scuola locale, snobbando il sito storico”. “È questa la visione di un comune che aspira a crescere?” la domanda del movimento civico “Radici e Ali”. La voce critica del movimento non usa mezzi termini: "Vergognosa" è la definizione data alla decisione dell'amministrazione di tenere chiuso il palazzo, privando il pubblico di un bene restaurato proprio per essere fruibile.

Banner

Nel comunicato, il gruppo smonta “pezzo per pezzo le giustificazioni addotte dal comune, che puntano sulla presunta periferia della piazza dove sorge il palazzo rispetto alla scuola, più centrale”. “Argomentazioni davvero risibili”, tuonano da “Radici e Ali”, sottolineando come “una mostra d'arte contemporanea di qualità avrebbe dovuto e potuto svolgersi proprio lì, trasformando il sito in un attrattore di presenze indipendentemente dalla sua posizione. Il luogo non conta: è il contenuto a richiamare la gente”, affermano, puntando il dito contro una scelta che non solo spreca opportunità, ma umilia il patrimonio locale.

Al centro della bufera c'è il sindaco Domenico Donato, che “con questa decisione pessima dimostra un'incapacità cronica di visione strategica. Come può un primo cittadino, che dovrebbe incarnare il progresso del suo territorio, preferire spazi improvvisati a un palazzo restaurato appositamente per la cultura?”. 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner