Cimino: "Anch’io sono davanti al palazzo del Comune per Fondazione Betania"

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Franco Cimino
  07 agosto 2023 11:44

di FRANCO CIMINO

Mi sono recato al Comune. Mi sono fermato sul piazzale davanti. Partecipo alla manifestazione indetta dalle associazioni del Terzo Settore, scese, in strada con i lavoratori di Villa Betania e i familiari degli assistiti, in difesa di quella struttura, del lavoro e del servizio socio-assistenziale in essa garantititi. Ci sono venuto a viso aperto, come sono andato in quelle per la difesa, finora apparsa inutile, per evitare la chiusura o la svendita umiliante di Villa Sant’Anna, fino a un anno fa considerato un ospedale cardiochirurgico tra i più importanti del Paese.

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Trovo, intanto, assurdo, quasi scandaloso, che siano le “ persone” di questa dolente realtà, che il dolore personale e sociale curano e con le note difficoltà che rendono eroiche tutte loro, a dover difendere. A doversi difendere in quanto lavoratori. E, quindi, a dover difendere il lavoro, che qui manca o è per gran parte precario e sottopagato. Sfruttato. A doversi difendere, le persone fragili, la maggior parte delle quali provenendo da famiglie fragili in un contesto di ben individuate fragilità sociali. A dover difendere, tutte loro con le loro solitarie famiglie e le ancor più deboli, da noi, associazione del volontariato, la nostra Città, che appare sempre più debole dinnanzi alla più grande delle questioni, quella sociale.

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Dalla quale dipende il futuro del capoluogo, il suo grado di civiltà, la sua dignità di capoluogo e di Città aperta, solidale, regionale. Democratica. Sono accanto a loro da semplice cittadino, ma anche da persona pensosa della Politica, trovando quantomeno contraddittorio che anche nella mia Catanzaro i rappresentanti delle istituzioni e gran parte di quella politica, rivelino una certa permalosità nei confronti di chi reclama un diritto. Si sta affermando anche qui l’assurdo principio che chi sta male e “ dice sommessamente” del suo dolore, venga catapultato nell’agone di questa brutta politica e indicato al mondo addirittura come il nemico della Città e delle istituzioni.

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Manifestare, educatamente, tra l’altro in pochi, purtroppo, davanti, al palazzo del Comune viene da taluni visto come una provocazione. Al meglio, come degli strabici che guardano in direzione sbagliata. La mia sensibilità personale e anche politica, mi permettono di dire agli strabici dell’altra parte( quella del potere fragile di una politica fragile e dal consenso ancora più fragile) di utilizzare in modo diverso il paraocchi. E guardarli bene questi catanzaresi. Essi sono qui non per protestare contro il Comune. Ma per chiedergli di mettersi alla testa della loro sofferenza. Di guidarne la lotta odierna e le prospettive di una nuova politica del sociale. È un atto di fiducia, questo. Verso l’istituzione loro più prossima. La stessa che avrebbe un figlio verso un padre. Risolvere in un giorno il loro problema è davvero impossibile.

Ma capire questo sentimento, e sentirlo, è fatto umano. Un fatto talmente semplice che può diventare rivoluzionario. Oggi stesso. Subito.

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