di STEFANIA PAPALEO
Un anno di minacce e mazzette. Da gennaio a ottobre 2024. Episodi criminosi messi in atto ai danni del broker Domenico Masciari e inizialmente di dubbia lettura. Ma tutti poi chiariti nell'ambito dell'operazione scattata all'alba dello scorso 27 febbraio contro il clan dei gaglianesi con 22 arresti e 12 indagati a piede libero (LEGGI QUI).
Tra questi ultimi anche l'assicuratore Andrea Fava, la cui posizione cautelare, tuttavia, si è intanto aggravata, sfociando negli arresti domiciliari ai quali è stato posto questa mattina. Le accuse che gli vengono mosse nell'inchiesta, sono quelle di minacce ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. Nello specifico, secondo le conclusioni tratte dai sostituti procuratori Veronica Calcagno e Debora Rizza e confluite nella corposa ordinanza emessa dal gip Gilda Danila Romano, Fava - in concorso con Emanuele Riccelli e Francescopaolo Morabito - avrebbe minacciato in più occasioni Masciari, con richieste sempre più incalzanti, fino ad arrivare, Morabito e Riccelli, ad aggredirlo fisicamente all'interno della sua abitazione dandogli una testata e, fingendo di avere un coltello, minacciandolo di buttarlo dal terrazzo.
In un'altra occasione, il Morabito, dopo aver raggiunto il Masciari nel suo garage, lo avrebbe minacciato con una pistola e lo avrebbe colpito più volte con il calcio della stessa, costringendolo a consegnare loro diverse mazzette di somme di denaro e ad effettuare un bonifico di 50.000 euro a favore del Fava.
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Di più. Sempre Masciari, per almeno due volte, sarebbe stato obbligato a consegnare al Morabito due orologi Rolex e addirittura la sua Porche Cayenne, poi venduta per 70 mila euro versati subito agli indagati. Insomma, tanto quanto basta per farlo finire agli arresti domiciliari con accuse contro le quali toccherà al suo difensore di fiducia, l'avvocato Gregorio Viscomi, difenderlo nelle sedi opportune, al fine di ribaltare la ricostruzione dei fatti e far liberare il proprio assistito dai guai giudiziari nel quale è finito.
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