Il nostro dubbio: Grande Catanzaro o Grande Lamezia?
Stiamo seguendo con molto interesse gli incontri tra i vari comuni dell’istmo di Catanzaro che vorrebbero realizzare, alcuni, la “Grande Catanzaro” altri “la città metropolitana di Catanzaro-Lamezia”. Pur essendo d’accordo che si debba proseguire in questo senso, notiamo, però sin da subito, alcune anomalie nelle varie trattazioni che farebbero pensare più ad una “Grande Lamezia” che ad una “Grande Catanzaro”. Nell’incontro del 22 marzo scorso tenutosi a Lamezia in cui la Commissione Tecnica dell’Area urbana Catanzaro – Lamezia Terme ha bollato come positiva la riunione, appaiono tante contraddizioni che metterebbero in ombra sia l’egemonia della Città di Catanzaro nei riguardi delle consorelle, sia il perdurare di alcuni concetti relativi al collegamento ferroviario dell’area jonica verso la stazione di Lamezia Terme e dell’Aeroporto. Sembra che Catanzaro debba dipendere ed essere succube della volontà dei lametini. Poiché non si parla più di un collegamento veloce e diretto verso l’area tirrenica ma di velocizzare l’attuale linea, sarebbe giunto il momento, almeno in questa fase interlocutoria, di chiedere che venga ripristinato il vecchio progetto, a cui la precedente amministrazione catanzarese ha rinunciato, che prevedeva un collegamento moderno e veloce dell’area jonica all’aeroporto e stazione ferroviaria di Lamezia!
La nostra città non può essere più relegata nel ruolo di comprimaria essendo capoluogo di regione. Per tale collegamento si sono susseguiti interventi politici che si stanno rivelando vere e proprie fake news. Il progetto iniziale prevedeva una spesa di 300 milioni circa senza la quota relativa all’elettrificazione. Ora si parla di 165 milioni (tutti finanziati dalla regione negli anni scorsi spostati in parte nel PNRR con il gioco “delle tre carte”) per un progetto che è ancora in fase esecutiva e che riguarda (da un comunicato dei sindacati locali delle ferrovie) la vecchia stessa tratta soggetta ad un maquillage che lascerebbe intatte le vecchie gallerie al punto che i nuovi treni non potranno più transitare perché di dimensioni maggiori. Il risparmio sarà, giocoforza, enorme, al punto che la commissione dell’area urbana vuole “incontrare l’amministratore delegato di Rfi per ottenere una disponibilità ad impegnare i risparmi” derivanti non solo dalla elettrificazione ma soprattutto dal fatto, aggiungiamo noi, che il tracciato della vecchia linea resta immutato.
Tale impostazione progettuale è confermata da quanto denunciato sugli organi di informazione: “L’intervento comprende, inoltre, l’elettrificazione dei 43 chilometri dell’intera linea Lamezia Terme – Catanzaro Lido”, ma rileviamo che la lunghezza della tratta attuale è di 43 km e quindi niente cambia! Inoltre, appare poco chiara l’affermazione secondo la quale “gli interventi di velocizzazione consentiranno di raggiungere i 140 km/h lungo i 10 chilometri della tratta Lamezia Terme – Settingiano”, perché sembrerebbe che saranno solo 10 chilometri dei 43 dove si potrà correre a 140 km/h. Qualcuno direbbe che la città di Catanzaro è caduta nelle mani dei bambini, di incompetenti o di chi poco avvezzo a riportare per iscritto la realtà delle cose! Si avrebbe l’obiettivo, quindi, in queste riunioni, solo di migliorare le infrastrutture di Lamezia perché, secondo l’assessore del comune lametino, ci sarebbe la necessità “di un collegamento fra stazione di Lamezia ed aeroporto”, nell’ottica tutta sbagliata e condivisa dai nostri politici presenti alla riunione, che Catanzaro e il suo hinterland non abbiano la necessità di essere inseriti nei circuiti nazionali delle infrastrutture ferroviarie.
Purtroppo Catanzaro sconta non solo il grande errore di aver accettato, alcuni anni addietro, di essere ricattata e succube del campanilismo lametino rinunciando al collegamento veloce e diretto all’Aeroporto e Stazione di Lamezia Terme, già progettato e finanziato dalla Regione e pronto alla realizzazione, ma anche quello di non avere, fra i suoi rappresentanti, gente che guarda oltre il proprio naso. Se si vuole realizzare la Grande Catanzaro è necessario sganciarsi da ricatti e da minacce e proporre un’area urbana in cui il capoluogo di regione abbia la dignità di una posizione direzionale e di guida per i comuni che la circondano e che ne faranno parte mettendo in risalto che gli accordi futuri non potranno in nessun modo disgregare quel poco di utile e indispensabile che la città possiede a favore di realtà che da sempre hanno messo in campo azioni predatorie.
Temiamo, però, che i furbi siano da una sola parte e che ci stiamo avviando non verso la Grande Catanzaro ma verso la Grande Lamezia! Infine, ci duole rilevare che l’idea di una nuova Catanzaro sarà impoverita e in contrasto con tutte le indicazioni provenienti dalla comunità europea che induce i governi a preferire il trasporto su ferro a discapito di quello su gomma. Appare fuori da ogni logica l’idea progettuale dell’amministrazione comunale di trasformare l’area della vecchia stazione ferroviaria di Sala (assieme a quella dell’ex cementificio) in un grande parcheggio di auto e di pullman con la convinzione sbagliata e fuori da ogni logica che la vicina metropolitana possa essere utilizzata per i viaggi fuori regione e che il potenziale viaggiatore possa utilizzare il percorso meccanizzato per salire con la funicolare verso il centro storico quando, seduto comodamente su di essa potrà scendere nelle stazioni più appetibili di Piazza Matteotti e Pratica. Idee progettuali che noi rigettiamo fortemente perché partorite senza nessun confronto fra tecnici e persone qualificate ma da menti la cui capacità è limitata nel luogo e nel tempo.
Sarebbe interessante chiedere il parere dei residenti del rione Sala e dei suoi rappresentanti politici per conoscere il loro pensiero sui milioni di kg di CO2, nonché di tutte le altre particelle inquinanti (fra cui quello relative al consumo gomme), che si riverseranno sulle loro case e se preferiscono questa soluzione a quella più logica e più progredita di una nuova stazione ferroviaria che consentirebbe di dare non solo un punto di riferimento a Catanzaro ed al suo hinterland ma soprattutto di risollevare l’economia ed il benessere di una zona, dopo la dismissione della stazione di Sala, in abbandono e senza prospettive future. Sembra che ormai i nostri politici avrebbero stabilito che la stazione di Catanzaro sarà quella di Lamezia e non ci meraviglieremmo se questo lo sancissero con un patto scellerato i cui presupposti sono già in essere. Ci piace concludere ricordando il titolo di un famoso film di Benigni e Troisi: “NON CI RESTA CHE PIANGERE”.
Per il Comitato
Ing. Claudio Ruga
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