Il fondatore di Naturium difende i piccoli esercizi locali e lancia l’allarme: “Senza una riflessione sulle tasse e sul destino delle nostre economie, il prezzo più alto lo pagheremo tutti”
29 aprile 2025 12:05
“Non è nostalgia del passato, ma un’urgenza per il futuro”. Giovanni Sgrò, imprenditore calabrese e fondatore del progetto culturale Naturium, torna a farsi sentire con una riflessione forte e chiara sulla contrapposizione sempre più marcata tra commercio online e negozi fisici. Un tema che tocca non solo l’economia, ma l’identità stessa dei territori.
“Il panettiere sotto casa, il piccolo supermercato, il commerciante che apre la serranda ogni mattina - spiega Sgrò con un suo post social e un manifesto - non sono solo luoghi di acquisto. Sono presìdi di umanità, relazioni, comunità. Sono il vero cuore dei nostri paesi”.
Una visione che si scontra con l’avanzata impetuosa dell’e-commerce globale, dominato da colossi come Amazon, capaci di garantire prezzi competitivi e spedizioni lampo, ma a quale prezzo? Al centro del ragionamento di Sgrò c’è anche un nodo cruciale: la questione fiscale. “Mentre le attività locali pagano regolarmente le tasse e contribuiscono al benessere del proprio territorio - sottolinea - le grandi piattaforme online spesso sfruttano meccanismi di elusione fiscale, portando le ricchezze altrove. Quelle risorse potrebbero invece rimanere nei nostri paesi e generare nuova economia, posti di lavoro, servizi”.
Non si tratta di protezionismo o di dazi, chiarisce, ma di equità. “Non chiediamo favori, chiediamo giustizia. Le regole devono valere per tutti”. La riflessione si allarga poi al più vasto tema della globalizzazione. Un mercato mondiale che, in nome della competitività, spesso premia il prezzo più basso a scapito della qualità, della sostenibilità e dei diritti.
“È sempre più difficile far emergere la qualità - aggiunge Sgrò - in un contesto dove vince chi riesce a vendere al costo minore. Ma quel prezzo stracciato chi lo paga davvero? I lavoratori sottopagati? L’ambiente? Le comunità che si spopolano?”.
La visione di Giovanni Sgrò è chiara: serve una nuova consapevolezza nei consumatori, un ritorno a un’economia di prossimità, dove l’atto di comprare è anche un gesto di cittadinanza. “Scegliere dove spendere è scegliere che mondo vogliamo. Comprare in un negozio locale non è solo un acquisto: è un investimento in umanità, in coesione, in futuro”.
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