Contratto scaduto e poche idee. Il tormentone sulla nuova sede del Tar a Catanzaro è ripartito: "Ma finora nessuna offerta"

Il contratto è scaduto e le idee non sono moltissime. Nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, la sede del Tar diventa un capitolo della relazione del fresco presidente Giancarlo Pennetti. Il contratto spirato è quello della storica, ma giudicata come non più adeguata, sede a via Alcide De Gasperi, di cui è proprietaria Unicredit. Si è in proroga "precaria".

La segreteria generale del tribunale amministrativo calabrese da circa due anni cerca di trovare una soluzione. Il famoso bando del 2018 si era risolto con un immobile "prescelto": quello di proprietà dell'Arcidiocesi metropolitana Catanzaro-Squillace a via Massara. Dopo un anno però (nel 2019), l'offerta è stata dichiarata "non ammissibile". L'Agenzia del Demanio aveva valutato il pacchetto "chiavi in mano" di valore di molto inferiore rispetto a quello preteso dalla Curia. Progressivamente sono sfumate altre ipotesi fuori sacco.

Lo stabile di via Massara peraltro aveva scatenato una polemica politica poiché ritenuta "lontana" dal centro cittadino. Per evitarne di ulteriori la nuova indagine di mercato avviata dal Tar circa un mese fa specifica che l'immobile ricercato debba essere "in zona centrale o semicentrale".  Il nuovo tentativo non è un bando a tutti gli effetti. Le offerte possono essere presentate entro marzo. Finora, come confermato dallo stesso presidente Pennetti, non è arrivata nessuna offerta. "Ci aspettiamo di poterne valutare almeno due o tre", ha aggiunto. La "speranza è - come ha scritto nella sua relazione- che questa sia la volta buona per dare al Tar certezza e stabilità della propria sede istituzionale. (g.r.)

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