Convento dei cappuccini, la Soprintendenza scrive ai frati chiedendo di "tutelare il patrimonio esistente"

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L'interno della chiesa del Monte
  07 marzo 2020 12:32

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio ha indirizzato una missiva ai Frati Minori Cappuccini del Monte per rammentare la necessità, in relazione al patrimonio culturale esistente nel convento, di porre in essere qualsivoglia attività di tutela, anche e soprattutto alla luce di quanto concordato in seno all’Intesa del 2005 tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Conferenza Episcopale Italiana relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche.

Come si ricorderà  il Comitato Spontaneo Permanente pro Monte di Catanzaro  si è lungamente battuto per evitare la soppressione del convento dei Frati Minori Cappuccini di Catanzaro e il conseguente abbandono della chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia da parte dell’Ordine minoritico francescano. "Ma non c’è stato nulla da fare e l’Ordine, fermo nella sua incomprensibile e illogica decisione oltre che sordo a qualsiasi supplica, la prossima estate lascerà Catanzaro dopo cinque secoli di permanenza, irriconoscente della costante benevolenza che la comunità catanzarese, laica e religiosa, ha sempre riservato al saio Cappuccino".

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Si ricorderà pure che il Comitato, oltre che sugli aspetti chiesastici, ha pragmaticamente concentrato la propria attenzione anche su quelli più squisitamente materiali e profani che potevano scaturire con la partenza dei frati, e cioè la tutela dei beni mobili. "L'argomento - scrive Il Comitato Spontaneo Permanente pro Monte di Catanzaro -è sempre stato delicato e avremmo preferito non doverlo affrontare ma, nel momento in cui i cappuccini hanno confermato la volontà di andare via da Catanzaro, siamo stati obbligati a pensare alla tutela e alla salvaguardia dei beni librari, archivistici e storico-artistici che nei secoli si sono accumulati nelle due strutture religiose e che concorrono a formare il patrimonio immateriale della nostra città. Si tratta di ori, argenti, tele, statue, arredi, suppellettili, tessuti in seta catanzarese, documenti d’archivio, opere manoscritte e preziosi volumi a stampa, che sono riconducibili ad acquisizioni della antica Pia Associazione del Monte dei Morti e della Misericordia e della Curia Vescovile catanzarese ma anche ad offerte, donazioni, ex voto e lasciti di fedeli che risalgono, per la maggior parte, ai secoli che precedettero l’insediamento dei Frati Cappuccini nelle strutture loro affidate nel 1892 dai vescovi catanzaresi. Sulla scorta di queste e di altre motivazioni, abbiamo interessato la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, l’Ufficio Diocesano di Catanzaro per i Beni Culturali Ecclesiastici e il Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, affinché esercitino la dovuta vigilanza in ordine ad eventuali spostamenti di patrimonio storico-artistico, chiedendo la restituzione delle opere e beni culturali che risultassero essere spostati altrove e, nel contempo, la restituzione di alcune tele che attualmente, non si sa per quale misterioso motivo, si trovano nel convento dei Frati a Reggio Calabria, tra cui la maestosa opera dipinta nel 1746 dal maestro catanzarese Vitaliano Alfì raffigurante “il patrocinio di San Vitaliano”.

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La Soprintendenza ABAP, ha compiuto il primo atto ufficiale; "speriamo che anche le altre istituzioni si attivino al più presto per impedire che l’Ordine possa riservare al patrimonio librario, archivistico e storico artistico la stessa sorte dell’allontanamento da Catanzaro che ha scelto per i Frati".  

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