“Chiediamo scusa a chi si sente urtato nelle coscienze per quello che è accaduto e ribadiamo la nostra totale estraneità ai fatti e la nostra contrarietà al crimine organizzato”. E’ quanto dichiarato dal sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito, in un video pubblicato sulla pagina Facebook del Comune per chiarire la vicenda dell'affissione di un manifesti di cordoglio per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo. Saporito rende noto di aver telefonato alla sorella di Lea Garofalo, Marisa “per chiedere scusa della vicenda” perché il manifesto incriminato “non è stato da noi commissionato, da noi voluto. Noi prendiamo le distanze”.
Nel post che accompagna il video, il sindaco parla di “sciagurata attenzione mediatica” e chiarisce che “quanto avvenuto non è stato autorizzato né dal sindaco, né dall'Amministrazione comunale, né da dipendenti del Comune perché nessuno di noi, parte politica ed amministrativa del Comune, ha chiamato o contattato l'agenzia funebre per fare il manifesto. L'affissione dei manifesti è una prassi consolidata della città che avviene da diversi anni anche durante le precedenti amministrazioni. Noi ci siamo insediati dal 2021 e subito abbiamo deciso di effettuare le affissioni per tutti i funerali che si svolgono nella città di Petilia Policastro. Non è stata una cosa fatta appositamente per questo funerale – ribadisce il sindaco - ma è stato un automatismo perché l'agenzia funebre affigge in automatico anche il manifesto del comune”.
Nella giornata di ieri, tuttavia, il sindaco di Petilia Policastro aveva giustificato l'affissione del manifesto di cordoglio per Curcio parlando di “discriminazione al contrario se non lo avessimo fatto”. Saporito, quindi, sottolinea “sia da parte dell'Amministrazione comunale, che per la mia storia personale, che abbiamo fatto battaglie per la legalità. Per noi la mafia continua ad essere, è stata e sarà sempre una montagna di merda. Ci fa schifo la mafia ed il crimine organizzato in ogni sua forma”.
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