di MARCO VALLONE
La ricerca e la formazione sui temi dell'educazione digitale e affettiva, insieme alla prevenzione del cybercrime tra gli studenti, sono state al centro degli intenti di un protocollo d'intesa firmato questa mattina tra Consiglio Regionale della Calabria, Co.Re.Com. Calabria e Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, presso la sede del Rettorato dell'ateneo catanzarese, al fine di sviluppare e implementare il progetto “Corecom Academy in Tour”.
Il protocollo è stato firmato alla presenza del presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, del presidente del Co.Re.Com. Calabria, Fulvio Scarpino, del rettore dell'Umg, Giovanni Cuda, e del professore di diritto del lavoro della facoltà di giurisprudenza dell'ateneo del capoluogo di regione, Antonio Viscomi.
“Quello del cyberbullismo, del bullismo, dell'uso appropriato dei mezzi di comunicazione e dei social – ha rilevato il presidente del consiglio regionale calabrese, Filippo Mancuso – è un problema ormai importante, più volte affrontato, a carattere globale. Mi complimento con il Co.Re.Com che ha messo in campo questa iniziativa, coinvolgendo l'università. Penso che darà i suoi frutti e penso che questa volta si assurga alla cronaca per il fatto che la Calabria sia una delle prime regioni che ha attuato questo protocollo d'intesa. Spero che sia anche di buon auspicio nelle altre cose che riguardano la Calabria. Ma questa, va detto, è un'iniziativa che verrà emulata nelle altre regioni, nelle altre università e quindi penso sia un momento importante. Va raccontato perché noi vogliamo una Calabria che sia competitiva e che arrivi alla cronaca per le proprie qualità, non più passando alla storia per i nostri paesaggi ma anche per la nostra cultura. Per gli uomini che ci rappresentano e che ci hanno rappresentato, perché penso che i luoghi e i territori si debbano identificare con le persone che vivono i territori”.
Il presidente del Co.Re.Com. Calabria, Fulvio Scarpino, ha voluto sottolineare orgoglioso come il protocollo firmato questa mattina sia, nel suo genere, “il primo in Italia. Sono stato delegato da tutti i Co.Re.Com italiani. L'idea è quella non soltanto di stare a sentire ed ascoltare dei dati che sono drammatici, ma quella anche di fare qualcosa. Quindi, insieme all'università Magna Graecia di Catanzaro, abbiamo pensato di individuare un percorso non solo di studi e di formazione, ma anche di ricerca, che ci possa permettere di entrare nelle classi facendo educazione affettiva collegata all'educazione digitale, per poi elaborare questo modello provando a dare anche una risposta didattica a quello che ormai è un problema devastante: quello della fragilità dei nostri ragazzi. I dati, ribadisco – ha evidenziato Scarpino -, sono impietosi: se abbiamo un +75% di tentativi di suicidio tra gli adolescenti vuol dire che c'è qualcosa che non va. Vuol dire che la loro incredibile preparazione tecnologica si scontra con la loro enorme fragilità. Allora il Co.Re.Com. Calabria, col supporto della presidenza del consiglio regionale e in collaborazione con l'Università Magna Graecia, ha ideato un progetto sperimentale per tutta Italia. Ed è un momento, secondo me, importante per il nostro territorio”.
Ci sarà un'attenzione particolare, dunque, alla “formazione digitale dei ragazzi – ha sottolineato Fulvio Scarpino -. Da quest'anno, grazie ad Agcom, con un protocollo stilato e stipulato con il Miur, nell'ambito dell'educazione civica rientra anche l'educazione digitale, tramite il patentino digitale che è stato deciso che fossero i Co.Re.Com di ogni regione a poter rilasciare. Ecco, in questo contesto lo studio dell'educazione digitale è uno di quei percorsi formativi che ci deve permettere di affrontare, supportando i ragazzi, quello che è il mondo del cybercrime”.
Il rettore dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda, si è soffermato sulla “valenza significativa di questo accordo per noi e per la nostra università. Crediamo molto nel progetto implementato con questo protocollo, e vogliamo dare il nostro contributo perché la digitalizzazione è ormai pervasiva. La troviamo dappertutto, anche dove probabilmente non ci accorgiamo che ci sia. Con questa arrivano enormi benefici, ma anche dei rischi altrettanto seri e altrettanto inquietanti. Quindi iniziative come questa, che ci consentono di spiegare, soprattutto ai più giovani, quelle che sono le potenzialità e i rischi di questa digitalizzazione è per noi molto importante. Poi l'università, e la nostra in particolar modo, è un luogo di cultura in cui si fa ricerca: è il luogo fisiologico della ricerca e dell'innovazione. Quindi mi sembra più che opportuno essere presente accompagnando un progetto come questo, che è un progetto ambizioso in cui noi crediamo moltissimo”.
Infine il professore Antonio Viscomi ha illustrato come l'università abbia elaborato “un progetto di ricerca che chiamare solo progetto di ricerca, per la verità, è limitativo. Noi approderemo nelle scuole, ragioneremo sui risultati che verranno dalle scuole e poi costruiremo un modello che potrà essere esportato in tutto il territorio nazionale. Entreremo nelle scuole con educazione affettiva nel digitale, che è il punto più radicato dell'educazione digitale: ci vogliono delle competenze specifiche di neuropsichiatria infantile e competenze nelle materie informatiche. Costruiremo un ragionamento con gli studenti su queste questioni, attraverso la somministrazione di questionari e la classica attività di ricerca sul campo. Questi risultati ci consentiranno di modulare, modellare e modificare, se necessario, il percorso che abbiamo ipotizzato rendendolo veramente effettivo ed efficace nella realtà concreta. Questo è l'obiettivo che abbiamo”.
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