Corteo pro Palestina a Pisa, Mazzetti (Fsp Polizia): “Agenti indagati per essere stati attaccati"

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  22 ottobre 2024 18:15

“Se 13 poliziotti sono indagati per eccesso colposo in legittima difesa a seguito della manifestazione avvenuta a Pisa a febbraio, in cui sono stati attaccati da un corteo niente affatto pacifista, siamo di fronte all’ennesimo caso di agenti accusati per essere stati aggrediti mentre facevano il proprio dovere. Rimane fermo il rispetto per la magistratura, e sappiamo che certi atti ‘dovuti’ sono ineludibili soprattutto quando c’è un carico pesante di emotività e polemica politica, ma sappiamo bene anche cosa vuol dire per un poliziotto una cosa del genere: andare a lavorare, fare ciò che viene chiesto di fare, subire un’aggressione per questo ma non potersi difendere perché altrimenti viene messa in discussione la propria professionalità. E’ qualcosa di terribile considerato che è la funzione a essere messa in discussione con le persone. Mette oltretutto particolarmente a disagio perché sembra spostare completamente l’attenzione dal fatto che in quella strada sono stati commessi dei reati a danno dei poliziotti. E pretenderebbe quantomeno che chi è chiamato a valutare abbia una competenza specifica in tema di servizi di sicurezza”.

Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, a proposito della notizia che la Procura di Pisa avrebbe iscritto nel registro degli indagati alcuni poliziotti per quanto avvenuto lo scorso 23 febbraio quando ci furono cariche contro i manifestanti durante un corteo pro Palestina, appresa da eu.24news.

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“Dalle risultanze emerge chiaramente quanto da noi sostenuto fin dal primo momento – aggiunge il Segretario Fsp di Pisa, Lorenzo Cardogna -. La vicenda si inserisce certamente in un contesto di legittima difesa posta in essere dagli appartenenti alla Polizia di Stato, evidentemente a seguito di un’aggressione subita da parte di alcuni manifestanti violenti e non di minori che manifestavano con i libri in mano. A questo punto, e considerata la reazione iniziale di gran parte della scuola e delle famiglie, si dovrebbe aprire una seria riflessione sul ruolo di questi attori nell’educazione alla legalità delle future generazioni. Anche attraverso iniziative concrete porteremo la nostra vicinanza ai colleghi coinvolti, loro malgrado, in questa vicenda”.

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