Dal traffico di esseri umani alle attività istituzionali della Guardia costiera: è la nuova vita della 'Gipsea', un'imbarcazione a vela di vetroresina lunga 14 metri consegnata stamane dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Calabria alla capitaneria di porto di Crotone che la destinerà ad usi di pubblica utilità.
La Gipsea era approdata sulle banchine del porto ionico nel settembre 2021 con un carico di 76 migranti partiti dalle coste della Turchia. Sequestrata dall’autorità giudiziaria dopo lo sbarco, la barca era stata poi affidata all’Agenzia delle Dogane per la distruzione: un destino comune alla maggior parte delle imbarcazioni dei clandestini divenute corpi di reato dal momento che costituiscono un pericolo per l’ambiente e la sicurezza in mare.
Negli ultimi anni, tuttavia, c’è stata un'inversione di tendenza, anche per via degli ingenti costi delle demolizioni, per cui le autorità hanno pensato di restituire nuova vita agli scafi in buono stato di conservazione destinandoli a fini di interesse generale o a finalità sociali e culturali. Come è avvenuto con l’Erzurum, un rimorchiatore in ferro di circa 14 metri affidato nel settembre scorso al Comune di Roccella Jonica per il monitoraggio dello stato di salute delle acque joniche, oppure con la San Nikolaos, donata al Comune di Crotone per essere esposta nell’area del porto vecchio come omaggio ai tanti migranti vittime del mare e come simbolo dell’accoglienza offerta dalla città pitagorica ai disperati che approdano sulla costa jonica calabrese.
'Gipsea' sarà utilizzata dallo Stato per le attività istituzionali della Guardia costiera, soluzione che consentirà anche un notevole risparmio per le casse dell’erario.
Il direttore regionale per la Calabria dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Antonio Di Noto, ha consegnato l'imbargazione al caporeparto Supporto Navale, comando 6^ squadriglia, capitano di vascello Marcello Calandrino, alla presenza del direttore marittimo capitano di vascello Giuseppe Sciarrone.
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