Crotone, gli auguri di buon anno del presidente della Camera Penale Aldo Truncè

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Aldo Truncè, Presidente della Camera Penale di Crotone

  30 dicembre 2025 16:47

"Mentre le luci di questo 2025 iniziano a farsi fioche, concedendoci il respiro lungo di dicembre, mi ritrovo a guardare indietro. Non è il solito bilancio di un’agenda fitta di scadenze, ma il racconto di un’idea che ha finalmente trovato il coraggio di farsi strada tra la gente.

Essere il volto di una battaglia civile non significa semplicemente metterci la faccia; significa, soprattutto, trasformarsi in un’eco per una speranza collettiva. Quest'anno, il nostro impegno per il referendum non è stato una disputa tra addetti ai lavori, né un esercizio di filologia giuridica. È stato un pellegrinaggio laico.

Abbiamo calpestato la polvere delle piazze, respirato l’aria densa dei borghi del nostro territorio, e continueremo attraversando Crotone e la sua provincia, non come tecnici, ma come cittadini tra i cittadini.

Ho visto negli occhi delle persone una fame antica di capire; il desiderio, quasi fisico, di una giustizia che smetta di essere un labirinto di specchi per diventare, finalmente, una casa di solidi mattoni

In quelle strette di mano, così come nei confrontionline, ho compreso che il ruolo della Camera Penale abita sì nelle aule di tribunale, ma vive e respira come presidio di democrazia costante nelle strade.

Siamo alla vigilia di una scelta storica. Ma oggi, in questo crepuscolo d’anno, vorrei che la parola "separazione” acquisisse un aspetto più autentico.

Nel progetto di riforma che ci chiamerà alle urne nel 2026, la separazione delle carriere è la metafora di un’igiene democratica necessaria.

Separare non significa dividere per indebolire, ma distinguere per proteggere.

È l’atto di onestà che garantisce al Giudice la sua solitudine sacra, quella di essere "terzo" non solo per legge, ma per destino e appartenenza. È il confine che restituisce dignità alla difesa e autorevolezza all’accusa, affinché nessuno possa mai sospettare che il verdetto non sia frutto di giustizia.

Ma questa battaglia è molto più vasta del quesito sulla scheda che ci attende.

È una riflessione su cosa significhi, oggi, essere un avvocato penalista in questa terra bellissima e difficile. Significa essere custodi della libertà, anche quando il vento soffia contrario. Significa credere che il Diritto sia l’unico argine possibile contro l’arbitrio e il pregiudizio.

Abbiamo viaggiato, spiegato, lottato. E viaggeremo, spiegheremo e lotteremo ancor di più nella battaglia che ci attende l’anno che verrà.

Forse arriveremo stanchi alla fine, ma sarà quella stanchezza nobile di chi sa di aver seminato in un terreno fertile.

La conclusione di quest'anno non è un punto fermo, è un punto e virgola. Le ragioni che ci hanno spinto fuori dai nostri studi, a parlare con il pensionato scettico e con il giovane studente, sono le stesse che ci guideranno domani.

Voglio ringraziare ogni collega che ha tolto tempo alla propria toga per donarlo alla causa civile.

Ma il mio grazie più profondo va a chi ci ha ascoltato, e chi ci ascolterà ed anche a chi ci ha criticato, e, immancabilmente, ci criticherà: è nell’attrito del confronto che la democrazia rigenera la sua luce.

Chiudiamo questo capitolo con la consapevolezza che la giustizia non è un trofeo da esporre, ma un cantiere sempre aperto, un sogno che richiede manutenzione quotidiana.

E noi, da Crotone, continueremo ad essere quegli operai del diritto che, con ostinata fantasia, non smettono mai di sognare un domani più giusto.

A tutti voi, colleghi e cittadini, auguro un fine anno che sia tempo di riflessione profonda e, soprattutto, di una nuova, indomita energia. Per il domani che ci aspetta. Per la giustizia che verrà.

Buon 2026!"

Lo scrive Aldo Truncè, Presidente della Camera Penale di Crotone.


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