“Se questo pezzo di Africa, il Burkina Faso, sta ricevendo aiuti internazionali e qualche concreta possibilità di uscire dalle ultime posizioni delle classifiche che lo pongono fra i Paesi più poveri del mondo, un grande merito va dato a questo grande uomo, Nicolas Sawadogo, Pastore Evangelico Burkinabè (così si chiamano gli abitanti di questa terra)”.
A scriverlo è il sindaco di Simeri Crichi Davide Zicchinella.
“Già Sindaco di Boussé, una delle più importanti città del Burkina faso, prima del colpo di stato del 2022, da molti anni è impegnato a coordinare diverse missioni umanitaria nel suo paese ed a promuoverle in giro per il mondo. E pensare che Nicolas, nato poco più di 50 anni fa nel villaggio di Zan, poiché alla nascita aveva già i denti (fatto non rarissimo a queste latitudini), era stato scacciato, in fasce, dal suo villaggio perché, secondo la tradizione animista, considerato un piccolo demonio.
Sopravvissuto miracolosamente a stenti e malattie, cresciuto mangiando resti alimentari e da totale analfabeta, discriminato e posto ai margini di una società già emarginata e debole, raggiunta l'età adulta, è riuscito a raggiungere traguardi impensabili. Prima la conversione al cristianesimo. Poi da autodidatta impara a parlare fluentemente quattro lingue. Poi l'impegno nel sociale e nella politica attiva. Uno dei migliori sindaci d'Africa, ancora oggi ricordato e rispettato, anche nel regime militare, per le sue opere di crescita economica, sociale e culturale della sua città. Ha trovato da sindaco prima e trova ancora oggi con la sua Onlus, ingenti risorse internazionali per realizzare scuole, ospedali, pozzi, strade, orfanotrofi, assistenza alimentare, progetti agricoli e di microcredito. Anni di estrema povertà ed emarginazione non lo hanno incattivito, ma hanno sviluppato in lui l'amore per il prossimo e per i più diseredati del mondo, insieme (e sicurezza a causa) del suo amore per Cristo. Aveva promesso alla madre, scomparsa lo scorso anno, che avrebbe riscattato l'onore della sua famiglia. E nei giorni scorsi, sulla sua tomba, circondato da noi missionari, riuniti attorno a lui in un ideale abbraccio collettivo, tenendo un discorso apppassionato e struggente, ha rinnovato questo suo impegno.
E conclude: “Ha una bella famiglia, una moglie che lo sostiene e 4 figli (due maschi e due femmine). Sono felice e fiero di averlo conosciuto, ormai da alcuni anni, e di potermi definire suo amico, amico di questo grande personaggio positivo. Uno dei più attivi e indomiti figli dell'Africa”.
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