Casette abusive a Stalettì, raffica di no ai ricorsi dei privati tra Tar e Consiglio di Stato

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Caminia Stalettì
  09 novembre 2022 10:53

di PAOLO CRISTOFARO

Gli occupanti abusivi del demanio marittimo nell'area di Caminia del Comune di Stalettì, recentemente interessato da una raffica di sgomberi e ordinanze di demolizione (anche a seguito dell'attività condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro a guida Nicola Gratteri) continuano a provarci, con numerosi ricorsi al Tar della Calabria e al Consiglio di Stato, ma l'esito appare ormai chiaro. Dopo 6 ricorsi bocciati dal Consiglio di Stato a ottobre scorso (LEGGI QUI), in questi giorni sono state prodotte nuove e altrettanto limpide sentenze. Sempre il Consiglio di Stato ha bocciato altri 4 ricorsi mentre 8 sono stati bocciati dal Tribunale Amministrativo Regionale.

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Come per gli appelli bocciati al CdS ad ottobre, anche stavolta i ricorrenti contestavano una presunta illegittimità dei provvedimenti comunali, rifacendosi al vecchio bando del 1964 di concessione temporanea di alcune aree nei pressi della spiaggia in località "Panaja" e promiscue al tracciato ferroviario. Una zona che, anche alla luce delle sentenze emesse a seguito di accertamenti, in parte forniti pure dalla Guardia Costiera dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato, è indubbiamente di proprietà pubblica, anzi sottoposta altresì a vincolo paesaggistico e idrogeologico e considerata area di riqualificazione del litorale. I giudici, in ognuna delle sentenze emesse, hanno specificato che quella vecchia e temporanea concessione del suolo del 1964, comunque non aveva alcun valore autorizzativo in termini di edificabilità

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I ricorrenti sostenevano che "il bando conteneva l’invito a occupare, anche con costruzioni, l’area in oggetto in attesa di procedere alla lottizzazione e alla cessione a titolo oneroso dei suoli risultanti". Ma i giudici anche rispetto a questa contestazione non hanno dubbi. "Si deve escludere che tale invito costituisca un titolo edilizio. Innanzitutto, esso non è stato emesso ad personam, bensì rivolto genericamente alla collettività e senza alcuna indicazione delle caratteristiche delle eventuali costruzioni. Inoltre, è stato emesso prima ancora che i suoli venissero resi edificabili mediante lottizzazione, cui peraltro non si è mai pervenuti", è la conclusione tratta dal Tar.

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