Nei 498 comuni dei 24 Parchi nazionali la raccolta differenziata fatica a decollare: nel 2022 la media di RD è del 59,62%, ancora sotto la soglia del 65% prevista dal 2012, e in diminuzione del 1,17% rispetto al 2021. In calo anche i comuni Rifiuti Free Buona notizia: sono 268 i comuni ricicloni e salgono a dieci i parchi nazionali in cui i comuni superano una media di RD del 65%.
20 maggio 2024 13:35Il punto sulla raccolta differenziata. Nonostante nel Belpaese vi siano esperienze virtuose, in gran parte dei comuni dei parchi nazionali sul fronte della raccolta differenziata la strada è ancora tutta in salita. Il livello medio di RD non solo non decolla, rimanendo ancora al di sotto della soglia del 65% (prevista dal 2012), ma nel 2022 registra anche una lieve flessione. Nei 498 comuni dei 24 parchi nazionalila percentuale media di RD è del 59,62%, segnando un - 1,17% rispetto al 60,79% del 2021. L’obiettivo del 65% di RD è stato raggiunto nel 2022 solo da 268 Comuni ricicloni (erano 265 nel 2021). Dato in calo anche per i comuni Rifiuti Free che rispettano il target di una raccolta del secco residuo pro capite inferiore a 75 Kg/ab/a: scendono a 83 contro gli 87 del 2021.
In Calabria ben 112 Comuni rientrano nei tre parchi nazionali calabresi: Pollino, Sila e Aspromonte. Spiccano in negativo i dati del Parco dell’Aspromonte nel quale la raccolta differenziata, riferita all’anno 2022, raggiunge appena il 39,7%. Sui 37 comuni del Parco soltanto 3 sono Comuni ricicloni mentre nessuno raggiunge i parametri per essere considerati comune rifiuti free caratterizzati da una produzione annuale pro-capite di secco residuo inferiore a 75 kg.
Risultati decisamente migliori per il Parco del Pollino che su 56 comuni annovera 21 comuni ricicloni e 9 comuni rifiuti free con in testa Frascineto, premiato per il suo 86,8 % di raccolta differenziata e per il Parco della Sila che su 19 comuni vanta 10 comuni ricicloni ed 1 comune rifiuti free Aprigliano che raggiunge l’80% di raccolta differenziata.
A fare un punto della situazione è Legambiente con il nuovo report Parchi rifiuti free, giunto alla sua seconda edizione, in cui l’associazione ambientalista analizza gli ultimi dati disponibili ISPRA (2022) facendo un punto sulla raccolta differenziata nei comuni dei Parchi nazionali, stilando una classifica dei parchi nazionali e comuni più virtuosi, e portando sul tavolo anche sette proposte operative che hanno anche al centro soprattutto le aree protette.Non dimentichiamo che nel periodo estivo le aree protette diventano luoghi a forte presenza turistica e si registra una produzione di rifiuti pro capite indifferenziata molto alta e una bassa capacità di raccolta differenziata.
Parchi Rifiuti free. Top Ten. Se l’andamento medio generale della RD non è dei migliori, la buona notizia arriva invece dai parchi. Salgono a dieci le aree protette in cui i comuni superano una media di RD del 65%.Un segnale che lascia ben sperare e su cui è importante accelerare il passo dato che sono passati dodici anni dal 2012, da quando i comuni italiani dovevano raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata (RD) entro il 31 dicembre 2012 (d.lgs.152/2006).
A guidare la top ten dei parchi virtuosi, il Parco delle Dolomiti Bellunesi si conferma il leader indiscusso con l’87,1% di RD media (+ 0,4% rispetto al 2021), seguito dall’Isola di Pantelleria (80,9%).
“I dati analizzati – dichiarano Anna Parretta presidente di Legambiente Calabria e Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette- confermano che in Calabria è necessaria una decisa accelerazione nel ciclo di gestione dei rifiuti accompagnata da un netto mutamento degli stili di vita e di consumo perché il cambiamento sta avvenendo ma a ritmi troppo lenti. La raccolta differenziata nella nostra regione, pari al 54,6%, è ancora complessivamente troppo bassa con una marcata disomogeneità territoriale. Si tratta di risultati la cui negatività emerge soprattutto nei comuni ricadenti nelle aree dei parchi nazionali che, al contrario, per natura e visione dovrebbero proteggere rigorosamente l’ambiente e la biodiversità concretizzando i principi dell’economia circolare. A fronte del maggiore impegno di Comuni ricadenti nei Parchi del Pollino e della Sila, a partire dai comuni che Legambiente ha premiato come rifiuti free, occorresegnalare in negativo, che nel Parco nazionale dell’Aspromonte la raccolta differenziata dei comuni è inferiore al 40%. La strada da percorrere, con l’apporto di tutti gli attori coinvolti, dai cittadini alle imprese alle amministrazioni, è ancora lunga ma è obbligata.La raccolta differenziata è ancora piu’ importante in luoghi meravigliosi e ad alta vocazione turistica dove un ambiente salubre e pulito significa anche economia sana, sviluppo sostenibile e maggiore benessere psico-fisico per tutta la collettività”.
Sette Proposte Legambiente: Con Parchi Rifiuti Free Legambiente promuove nelle aree naturali protette l’economia circolare, e sostiene l’azione dei comuni per prevenire l’abbandono dei rifiuti, favorire la riduzione e la raccolta differenziata dei rifiuti, la conoscenza del ciclo integrato per garantire la tutela dell’ambiente e, al contempo, migliorare l’appeal delle località turistiche nelle aree protette. Tutti i comuni italiani dovevano raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata (RD) entro il 31 dicembre 2012 (d.lgs.152/2006), ma il livello di raccolta differenziata anche nei comuni delle aree di interesse naturalistico è ancora insufficiente. La normativa italiana e quella comunitaria dettano le priorità di riduzione dei rifiuti prodotti, inoltre il nuovo pacchetto di direttive europee per l’economia circolare (Direttiva 2018/851/UE e D.lgs. 3 settembre 2020, n. 121) prevede che entro il 2035 non dovranno essere più conferiti in discarica più del 10% dei rifiuti urbani prodotti.
Sette le proposte che Legambiente con Parchi rifiuti free:
1. Ogni area protetta deve realizzare una strategia territoriale rifiuti free integrata nella promozione delle attività turistiche;
2. Le aree protette devono condizionare i finanziamenti agli eventi territoriali che garantiscano iniziative plastic free e senza l’utilizzo di prodotti usa e getta;
3. Il Parco deve riconoscere il logo e promuovere solo le strutture ricettive e turistiche che raggiungono l’obiettivo rifiuti free e plastic free e non utilizzano prodotti usa e getta;
4. I Comuni dei Parchi devono adottare sistemi di raccolta che riducono gli impatti sulla biodiversità e la gestione della fauna selvatica;
5. Le aree protette devono sostenere i maggiori costi che derivano dall’utilizzo di specifici sistemi di raccolta per tutelare la fauna selvatica (es. cassonetti antintrusione) e da modalità di raccolta puntuali (es. orari di raccolta pianificati per contesti territoriali e attività specifiche);
6. I Parchi devono combattere l’abbandono dei rifiuti e pianificare la bonifica delle discariche nei loro territori; 7. Il MASE deve rimodulare le risorse assegnate e non spese dai Parchi nazionali per rendere più efficace la raccolta differenziata nei Comuni.
Il punto sugli stanziamenti economici pari a 30 milioni di euro: Per incentivare la RD nei Comuni delle aree protette sono state approvate delle misure di sostegno finanziario per le Zone economiche ambientali dei Parchi nazionali contenute nella legge finanziaria 2021 (l.30/12/2020 n.178) dove, ai commi 760 e 761, è stato finanziato un fondo di 10milioni di euro per gli anni 2021 e 2022finalizzato all’utilizzo del sistema del vuoto a rendere e, al con comma 767, viene finanziato con 10 milioni di euro sempre per il biennio 2021- 2022 un fondo per la tariffazione puntuale e l’adozione di sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti dalle utenze domestiche. Infine, con il comma 770, altri 10milioni di euro per il biennio 2021-2022 sono destinati a finanziare un fondo per promuovere la diffusione di compostiere di comunità.
Risorse per complessivi 30milioni di euro per il biennio 2021-2022 di cui non si conosce l’effettiva spesa sostenuta dai Parchi che, sono stati individuati come destinatari diretti ed esclusivi delle risorse finanziarie, nonostante non hanno competenza nella gestione dei rifiuti. Per evitare che queste risorse non vengano spese, sarebbe opportuno rivedere la norma e permettere ai soggetti che si occupano della gestione dei rifiuti (comuni, consorzi, aziende, etc.) di accedere direttamente ai finanziamenti ministeriali tramite progetti predisposti dai Parchi nazionali.
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