Domenico Intrieri e il coraggio del dissenso: 55 anni dopo i moti di Reggio Calabria

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images Domenico Intrieri e il coraggio del dissenso: 55 anni dopo i moti di Reggio Calabria

  13 luglio 2025 20:05

di MARILINA INTRIERI

Cinquantacinque anni fa, a seguito dell’istituzione delle Regioni a statuto ordinario, la Calabria fu chiamata a scegliere la propria struttura istituzionale. Era il 1970. In quel contesto si accese un forte conflitto attorno alla designazione del capoluogo. Il compromesso raggiunto tra i principali partiti politici assegnò a Catanzaro il ruolo di capoluogo e a Reggio Calabria la sede del Consiglio regionale.

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Tale soluzione suscitò l’indignazione di una vastissimaparte della popolazione reggina, che si sentì privata del ruolo centrale nella nuova Regione.

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Fu da questo dissenso che nacquero i cosiddetti moti di Reggio Calabria, una delle più gravi crisi istituzionali e sociali dell’Italia repubblicana.

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Nel luglio del 1970, il Consiglio regionale fu chiamato a votare sulla localizzazione delle sedi istituzionali. La Democrazia Cristiana, partito di maggioranza relativa, insieme ad altri partiti come il PSI, sostenne un accordo che prevedeva Catanzaro come capoluogo.

Al momento del voto si manifestò la contrarietà di tre consiglieri regionali della DC: Domenico Intrieri, Antonino Lupoi e Pasquale Iacopino, che votarono contro l’accordo, in dissenso rispetto alla linea ufficiale del partito. I tre sostennero le ragioni storiche, geografiche e simboliche di Reggio Calabria.

Fu un atto di dissenso politico, fortemente motivato, un gesto di coraggio e integrità istituzionale che pose Domenico Intrieri in contrasto con i vertici della DC, ma in piena sintonia con il sentimento popolare reggino.

Quella decisione del Consiglio regionale provocò una sollevazione popolare senza precedenti. A Reggio Calabria, dalle proteste pacifiche si passò rapidamente a manifestazioni violente, scioperi, occupazioni e scontri con le forze dell’ordine. La città fu teatro di mesi di tensione, durante i quali venne persino isolata dalle comunicazioni e dai trasporti.

Domenico Intrieri, mai direttamente coinvolto nei disordini, fu riconosciuto dalla popolazione come uno dei pochi rappresentanti istituzionali ad aver dato voce al dissenso reggino in sede ufficiale. Un gesto ancor più significativo se si considera la sua condizione di cittadino calabrese cosentino, eletto però nella circoscrizione di Reggio Calabria, dove svolgeva il suo incarico di Generale al comando del Corpo Forestale per le regioni del Sud Italia.

La sua posizione fu accolta con rispetto dalla cittadinanza e, in prospettiva storica, viene ricordata come esempio di fedeltà al mandato elettorale ricevuto e di attenzione concreta verso il territorio. Si distinse per il suo impegno a favore della provincia reggina e per il rispetto delle esigenze popolari.

Domenico Intrieri, nato a Celico (CS) nel 1924, si laureò a Firenze in Scienze forestali e agrarie, intraprendendo una lunga e brillante carriera nel Corpo Forestale dello Stato: fu capitano e tenente colonnello presso il comando di Catanzaro, e una volta raggiunto il grado di Generale, assunse il comando regionale a Reggio Calabria.

Fu una figura autorevole e rispettata, che unì al rigore del servizio pubblico un profondo radicamento nel territorio.

Da donna politica italiana, che ha avuto anche l’onore di ricoprire  il ruolo di consigliere regionale della Calabria nella VI legislatura, e come sua familiare, ho voluto ricordare la figura di Domenico Intrieri, che resta indelebilmente legata a un periodo di forte conflittualità istituzionale e di profondi cambiamenti per la Calabria.

Il suo gesto, insieme a quello di Lupoi e Iacopino, è ancora oggi ricordato come atto di coerenza politica e integrità personale. Il loro voto non fermò la decisione finale, ma rappresentò un esempio raro di lealtà verso la propria comunità.

Nel cinquantacinquesimo anniversario dei moti di Reggio Calabria, la memoria di Domenico Intrieri va ricordata, riscoperta e valorizzata nel panorama della storia calabrese di quel periodo storico.

Fratello di mio padre Michele, Domenico Intrieri e il padre di Gaetano Intrieri, manager e amministratore delegato della compagnia aerea AeroItalia, docente universitario.

Oggi riposa, insieme alla sua sposa Maria Misiani, nella cappella di famiglia nel suo paese natale, Celico

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