Due pesi e due misure: il Sindacato PNFD denuncia discriminazione nei procedimenti contro la Polizia

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  04 luglio 2025 13:59

Il popolo sovrano, ovvero la società civile, e dunque ogni cittadino, ha il diritto di conoscere e capire perché nei confronti dei Poliziotti si ricorra con solerzia all’iscrizione nel registro degli indagati – il cosiddetto “atto dovuto” – mentre gli stessi criteri non sembrano valere per Magistrati, Politici o altre figure istituzionali, anche in presenza di condotte manifestamente illecite.
È ora di dire basta senza giri di parole". Ettore Allotta segretario generale provinciale del sindacato PNFD della polizia di stato dice la sua.

Non è forse questa una forma di ??????????????????????????????? 
Due pesi, due misure che non trovano giustificazione nello “spirito della legge”, ma solo in consuetudini ormai consolidate e culturalmente discutibili.

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Infatti ad oggi, ogni qualvolta che un rappresentante delle forze di Polizia, viene attenzionato o meglio “colpito” da queste tipologie di atti dovuti, inerenti a legittime difese, nell’espletamento delle proprie funzioni, notiamo la ferrea quanto inflessibile e rigorosa applicazione dell’ “avviso di garanzia” come atto dovuto, da parte del magistrato inquirente, per smania di protagonismo, come a voler rimarcare: “sono io il capo, decido io, la Polizia Giudiziaria” mi è subalterna, faccio come voglio, tanto alla fine sono esente da qualsiasi responsabilità e non pago nulla”.

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Ci chiediamo inoltre: perché il Dipartimento della Pubblica Sicurezza non rivendica con forza l’unicità e l’alto profilo professionale degli operatori della Polizia di Stato? È forse accettabile che la Polizia Giudiziaria venga sempre più relegata al ruolo di semplice “accessorio” del PM, privandola della sua autonomia investigativa?

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Non ci dovrebbero esistere nel sistema “atti dovuti” ma solo atti motivati e ragionati, per evitare che il “dovere” diventi il “piacere” dei PM, al fine di iscrivere al registro degli indagati, il personale di Polizia Giudiziaria che ha adempiuto ad un dovere d’ufficio.

L’atto dovuto, non previsto da alcuna norma specifica, finisce per essere applicato in modo automatico e punitivo, senza un’autentica valutazione discrezionale e ponderata. Con ciò si ledono dignità professionale, reputazione e fiducia istituzionale.
Se non è discriminazione e/o accanimento giudiziario, cos’altro è?

Allotta conclude: "Noi ci siamo e vi osserviamo -promuoveremo iniziative di mobilitazione e di protesta dura”.

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