Ennio Curcio: “Il grimaldello della democrazia: il popolo?”

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L'avvocato Ennio Curcio
  19 ottobre 2024 09:05

di ENNIO CURCIO

È di queste ore un'accesa polemica tra governo e magistratura, quest'ultima "colpevole" di applicare la legge, nazionale ed europea, per i migranti "trasferiti" in Albania.

Il ragionamento del governo "suona" più o meno così: abbiamo trovato la strada per risolvere il problema ma la magistratura, nell'applicare la legge, impedisce la soluzione e sopratutto è anche contraria al volere del governo, espressione indiretta della volontà popolare e della conseguente sua inviolabile sovranità.
Sinceramente è quantomeno pericolosa una tale "visione" del governo dell' Italia, a prescindere se a rivendicarla sia "tizio o caia". Così iniziano tutti i sistemi autoritari. 

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Si delegittima la magistratura che non è certo perfetta, innescando, al contempo, nel popolo la strisciante convinzione che chi ha la maggioranza dei voti, seppur con oltre il 50 per cento di astenuti, ha il diritto di cambiare le regole costituzionali, come accaduto di recente con la vergognosa approvazione  dell'autonomia differenziata. Non funziona così un sistema democratico, la cui legittimazione non risiede solo nel consenso degli elettori, ma nella divisione dei poteri e nel controllo incrociato dell'uno su l'altro, avendo come "bilancino" sempre e comunque la legge.
Il popolo è la fonte del potere democratico non la sua tomba.

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Semplificando, per non scendere in tecnicismi, chi ha la maggioranza politica e di governo non può fare quello che gli pare, qualunque sia il "colore" politico del potere.

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Si chiama legalità ed è una grande bellezza che bisogna difendere senza esitazioni, contro chiunque la voglia incrinare.

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