In Italia è stata abolita la pena di morte, ma esiste ancora la “morte per pena”.
Il “fine pena mai” è, oggi, al centro del dibattito pubblico, non solo per gli addetti ai lavori. Dopo la Sentenza “Viola” della Corte Europea e l’intervento della Corte Costituzionale è stata introdotta di recente una riforma dal Governo in carica.
La novella, formalmente diretta al superamento delle preclusioni assolute che impediscono l’accesso ai benefici in caso di condanna per delitti “ostativi”, travalica in realtà le indicazioni fornite in materia dalla Corte costituzionale e, a ben vedere, anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, restituendoci un quadro normativo per molti versi deteriore rispetto al precedente.
Ne parlerà, venerdì prossimo, la Scuola Territoriale di Formazione della Camera Penale "A. Cantafora" di Catanzaro, in occasione della presentazione del libro di Salvatore Curatolo, al fine di comprendere se il nuovo e intricato scenario che si dischiude davanti al condannato “ostativo” possa davvero garantire quel diritto alla speranza che una pena de iure o de facto irriducibile mira invece a cancellare.
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