di STEFANIA PAPALEO
Ha vissuto per anni a Crotone, a pochi metri dall'ex Pertusola, esposto dunque agli agenti chimici tossici prodotti dall'industria metallifera. Nel 2016 la prima diagnosi oncologica, un mieloma multiplo, alla fine del 2022 un secondo tumore aggressivo, ovvero un sarcoma. Da lì cure ed interventi chirurgici a Milano. Ora l'ingegnere catanzarese Francesco Fabiano, originario di Carlopoli ma residente a Botricello, sta meglio, ma nessuno potrà restituirgli gli anni trascorsi tra medici e ospedali con le inevitabili conseguenze fisiche e psicologiche subite. Ecco perchè adesso il professionista ha deciso di andare fino in fondo alla sua terribile vicenda, con una richiesta di risarcimento danni legata alla doppia patologia oncologica "sviluppata in quanto esposto da contaminazione ambientale da agenti chimici tossici cancerogeni prodotti dalla ex Pertusola di Crotone, sito di origine non nucleare contaminato da radiazioni ionizzanti".
L'ingegnere calabrese, dunque, ha delegato lo studio legale ONA di Roma dell'avvocato Ezio Bonanni per il riconoscimento del danno esistenziale subito, forte della ricerca portata avanti su campioni biologici di cancerogeni chimici e identificati e sovrapponibili a quelli prodotti dalla Pertusola e che lo fanno sentire sicuro nel dimostrare il "nesso casuale diretto ed esclusivo delle patologie contratte dal paziente che ha subito contaminazione ambientale dalla Montedison di Crotone", sulla base di "elementi cancerogeni e mutageni individuati su campioni biologici umani individuati in altri pazienti sottoposti a screening onco-tossicologici".
Le patologie neoplastiche subite a Crotone, area definita SIN dal Ministero della Salute nel rapporto Istisan, potrebbero non essere ad insorgenza casuale, secondo i modelli previsionali di biologia molecolare oncologica e di cancerogenesi applicata alla tossicologia. A lavorare da sempre al caso è l'oncologo Pasquale Montilla, consulente scientifico ONA, le cui ricerche riguardano proprio la caratterizzazione tossicologica delle patogenesi conclamatesi su pazienti ex militari e civili e la valutazione di trattamenti di decomplessazione degli analiti tossici ad alto peso molecolare.
Le analisi effettuate mediante ICPMS hanno evidenziato nei pazienti nei campioni biologici analizzati numerosi metalli tossici (Zn,Cs,Sr,Al,Th,Fe,Cr,Mn,Sn,Ti,Cu,Pa,ecc), la cui concentrazione in molti casi supera e di molto i valori per i soggetti esposti .Le richiamate evidenze chimiche, considerato lo stato di servizio dei pazienti e dei civili sottoposti ad impatto ambientale, suggerirebbero un ulteriore approfondimento in termini di presenza di radionuclidi con media/ elevata alf-life quale 137Cs,90Sr,65Zn,ecc giocoforza residuali in termini temporali attesene le peculiari half-life di ipotetica intossicazione. Poiché gli studi chimico clinici hanno raggiunto in cancerogenesi una robustezza tale da potere definire i primi risultati, il dottore Montilla ritiene che una valutazione sull'eventuale presenza di radionuclidi nei campioni biologici dei pazienti oncologici in area SIN potrebbe fornire gli ultimi tasselli del mosaico Ex-Pertusola.
Paradossalmente è stato individuato un SIN da elevato impatto ambientale, potenziati i reparti oncologici ma non sottoposti a sorveglianza sanitaria con screening onco-tossicologici e analisi biomolecolari mirate pazienti oncologici potenzialmente contaminati.
Per questo motivo, secondo l'oncologo Montilla, "è necessario aggiornare la lista del rischio da condizionamento ambientale da impatto industriale, come indicato dal The American Journal of Medicine, in quanto l'esposizione acuta, transitoria e persistente di questi agenti chimici tossici cancerogeni possono innescare processi infiammatori a indirizzo oncogeno".
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