Sul libro dell’ex suora Siria Scarfò, che denuncia presunti abusi, reiterati nel tempo in cui era una bambina, da parte di un sacerdote della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, interviene il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.
“È la diocesi in cui sono cresciuto umanamente e spiritualmente, quella che considererò sempre la mia diocesi nonostante il trasferimento 35ennale di residenza in Lombardia – spiega Marziale – ed è un dolore profondo per me apprendere degli accadimenti narrati, perché conosco tutti i sacerdoti e li ho sempre ritenuti guide credibili, serie nel rapporto con noi bambini, adolescenti, di allora e soprattutto rispettose nei nostri confronti. Se uno di loro abbia trasgredito, perpetrando un così orrendo crimine, è doveroso ne paghi le conseguenze. Ma, ciò che mi induce a prendere posizione è la non trascurabile posizione del Vescovo Giuseppe Alberti – evidenzia il Garante – che segna un cambio di passo, allineandosi sostanzialmente ai reiterati pronunciamenti dei pontefici”.
“Mons. Alberti dice bene quando sprona a denunciare anche alle autorità inquirenti – evidenzia Marziale – perché “gli eventuali responsabili vengano chiamati a rispondere attraverso i percorsi previsti dalla legge”, anche a distanza di tempo, ma colpisce e non poco l’attenzione “verso coloro che quelle violenze avrebbero subito e che hanno cambiato la loro esistenza”. Un dire – a parere del Garante – che sbatte in faccia la porta all’insabbiamento e rende alla Chiesa la luce che le è propria, offuscata da quanti nel passato hanno solo badato a difendere l’indifendibile, generando più danni che riparazioni”.
“La lotta al più turpe tra i crimini contro l’umanità – conclude il Garante – è un percorso comune a tutte le persone ed a tutte le istituzioni, laiche e religiose. Non si può permettere ad una mela marcia di inficiare la credibilità e la dignità di un corpo altrimenti sano, che non soltanto rappresenta il lato spirituale dell’umanità, ma svolge una funzione di socializzazione fondamentale per i soggetti in età evolutiva e le loro famiglie. Dunque, alle vittime denuncianti la mia vicinanza e al prelato il mio ringraziamento personale e istituzionale e la disponibilità ad affiancare i percorsi attivati in diocesi a tutela dei più piccoli”.
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