“E’ sempre più incerto il futuro della Società Ferrovie della Calabria S.r.l. che, attualmente, appare un’azienda senza visione strategica nell’ambito del TPL calabrese , nonostante i notevoli investimenti a disposizione che dovrebbero consolidare la sua missione di azienda di riferimento dei pendolari calabresi”.
A sostenerlo il coordinatore OrSA TPL FdC, Mario Pescatore e il segretario confederale Vincenzo Rogolino.
“Una funzione e una leadership che è messa in dubbio dalla supposta e mai evidenziata formalmente crisi economica che ha imposto, al management della controllata regionale, di attuare un programma di riduzione della spesa attraverso la modifica della struttura salariale di secondo livello e una riorganizzazione gestionale per rendere più efficienti i processi produttivi e aumentare la produttività”.
“Basteranno questi interventi per risolvere i supposti squilibri dei parametri costi/ricavi oppure il problema è molto più complesso e mira ad altri obiettivi quale potrebbe essere la privatizzazione? Sarà forse necessario intervenire di qui a poco in modo più radicale come riportato in una bozza relativa ai nuovi assetti salariali e organizzativi che è circolata e che, probabilmente, sarà sottoscritta da una parte delle OO.SS. presenti in azienda nella prossima riunione prevista per il giorno 8 agosto 2024 oppure ci dobbiamo aspettare ulteriori tagli?”.
“Il continuo depauperamento dei servizi – spiegano dal sindacato – causa di forti lamentele da parte dell’utenza; la chiusura estiva degli impianti di Lorica; la mancata attivazione dei nuovi treni unitamente ai disservizi quotidiani determinati dalla chiusura delle tratte ferroviarie per lavori di ammodernamento sono dati che ci preoccupano. Queste alcune motivazioni aggravate dagli inaccettabili tagli del salario e della retribuzione differenziata, sono i veri motivi della nostra mancata firma di ratifica dell’Ipotesi di Accordo sottoscritta il 23 maggio 2024″.
“Avviare una nuova fase gestionale di riduzione della spesa facendola gravare solo a carico dei lavoratori e delle lavoratrici non è accettabile e dimostra una ridotta capacità di programmare il futuro della Società sicuramente non attribuibile solo al management.
La classe politica regionale deve uscire allo scoperto e dichiarare quali sono gli intenti. L’abbiamo sollecitato già nel precedente comunicato stampa, lo riproponiamo con forza oggi. Intanto – concludono – siamo alla seconda fase delle procedure di raffreddamento, secondo quanto previsto dalla legge 146/90 che in mancanza di fatti concreti porteranno a una prima azione di lotta le cui conseguenze e i disagi per la clientela saranno tutte da addebitarsi al management delle FdC SrL e alla Regione Calabria”.
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