Festività dell'Assunta, intervista a Don Gaudioso: "Ascoltare ciò che dice Gesù"

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Don Gaudioso
  14 agosto 2023 10:30

di MARIA BOETI

Dopo l’introduzione della sua biografia - pubblicata qualche giorno fa sulle nostre colonne - quest'oggi data la ricorrenza della festività dell'Assunta passiamo a fare alcune domande a Don Gaudioso. 

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Dalla Trasfigurazione all'Assunzione della Vergine in cielo passano esattamente nove giorni, la prima ricorrenza invita all'ascolto e alla contemplazione [ ...] Ascoltate il figlio mio prediletto;le sue vesti divennero candide come la luce [...].Ascoltare ciò che dice Gesù!

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Oggi si preferisce andare nella chiesa dove chi presiede la Santa Messa lo fa in modo veloce e sbrigativo, i fedeli hanno altro da fare. Perché si è arrivati questo?

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"Ascoltare non è solo udire ciò che viene pronunciato da qualcuno ma è molto di più. Gli studi avanzati dalla Psicologia della comunicazione hanno mostrato che l’ascolto non è qualcosa che avviene in modo passivo, particolarmente quando chi ascolta è coinvolto emotivamente, difatti esiste una profonda differenza tra sentire e ascoltare, nel primo caso l’apparato uditivo viene attivato ma non necessariamente vi è coinvolgimento emotivo. Nell’altro caso si attiva un andare verso l’interlocutore che è dato proprio dal coinvolgimento emotivo e dall’intensità dell’interesse che si crea.
Qualche tempo fa leggevo in un settimanale di una Diocesi italiana che ascoltando alcune assemblee che pregano verrebbe da pensare che chi arriva per primo vince qualcosa. Talvolta sembra esserci qualcuno che ha particolarmente fretta e vuole arrivare all’Amen sempre per primo. In realtà non si vince niente se si finiscono le preghiere prima degli altri, anzi, probabilmente si perde qualcosa. Papa Francesco, a proposito della Celebrazione eucaristica, ha ricordato che «la Messa non è uno spettacolo, è andare all’incontro della Passione e della Risurrezione del Signore». Ed ha continuato: «non possiamo dimenticare il gran numero di cristiani che, nel mondo intero, in duemila anni di storia, hanno resistito fino alla morte per difendere l’Eucaristia; e quanti, ancora oggi, rischiano la vita per partecipare alla Messa domenicale». Credo che in questo tempo, più che mai, sia necessario accogliere la sfida di una nuova evangelizzazione, di una catechesi anzitutto sul significato autentico della Messa. Ma per evangelizzare, continua il Pontefice, dobbiamo noi per primi (sacerdoti) convertirci, pregare, confrontarci con la Parola di Dio. La Chiesa stessa è chiamata ad una continua conversione per comprendere pienamente il grande dono dell’Eucarestia. Per questo San Francesco d’Assisi diceva: «l’uomo deve tremare, il mondo deve fremere, il cielo intero deve essere commosso, quando sull’altare, tra le mani del Sacerdote, appare il Figlio di Dio». San Pio da Pietrelcina dichiarava «Sarebbe più facile che la terra si reggesse senza sole, anziché senza la Santa Messa»".

L'Assunta in cielo in anima e corpo. Questa madre che prega il Figlio a compiere miracoli, ma il popolo cristiano ha fede oppure no?


"Il 1° novembre del 1950, Pio XII, durante l’Anno Santo, proclamò il dogma dell’Assunta. Questa festa, che si colloca in mezzo al periodo estivo, ci ricorda che, sebbene siamo fatti di carne e siamo tutti mortali, il nostro futuro non è sulla terra, bensì in cielo, è vivere per l’eternità con Dio. Guardando all’Assunta tutti noi possiamo comprendere il significato e il valore della nostra esistenza. Maria assunta in cielo è dunque il nostro futuro, il futuro che noi aspettiamo! Nulla di ciò che abbiamo vissuto sulla terra, ogni atto d’amore e di perdono, ogni croce accettata e portata in silenzio, nulla di tutto ciò andrà perduto. Maria, come ciascuno di noi, creatura di Dio, innalzata sopra i cori angelici, ci dice che per raggiungere la via della salvezza è necessario conformarsi a Cristo. Risponderei così alla sua domanda: la fede del popolo cristiano si rafforza o s’indebolisce nella volontà o meno di conformarsi a Cristo seguendo i suoi insegnamenti e il suo esempio. L’Assunta ci indica la strada. Ella ci dice che per raggiungere il cielo, è necessario prima amare sulla terra.  Il passo successivo è la fiducia. Sta tutto qui! Siamo capaci di fidarci di Dio anche quando non comprendiamo ciò che ci accade? La fede vera ruota intorno a questo proposito. Ma attenzione! Ci si può fidare di una persona che non si conosce? È la stessa cosa con Dio. Se io la domenica ho impegni molto più importanti della Messa, e non vado là dove Lui mi sta aspettando, se io lo cerco solo quando sono in situazioni difficili e poi, quando le cose vanno bene faccio a meno di Lui, se non mi nutro della Parola, ossia se non ascolto ciò che Lui comunica al mio cuore, come faccio ad abbandonarmi a Lui? A credere davvero? A fidarmi? Non si può intendere il proprio rapporto con il Padre, datore della vita come si esige un prodotto da un distributore automatico. Questa è fede superficiale, infatti se non ottiene il “miracolo a richiesta” la fede sprofonda". 

Perché, secondo lei, si predilige andare dai maghi e consultarli, mentre si sta lontani dal SS.mo Sacramento?


"Nell’ultimo periodo mi è stato chiesto di approfondire l’argomento e in seguito ad alcune ricerche condotte sui fenomeni paranormali, ho scoperto un dato statistico impressionante: tredici milioni di italiani si rivolgono regolarmente a maghi, cartomanti e indovini. E non solo! Negli ultimi anni l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria ha inviato a varie Procure le numerose segnalazioni arrivate da genitori in fase di separazione che imputano il cattivo agire dei rispettivi coniugi alla loro appartenenza a sette pseudo cristiane. Spesso mi viene chiesto perché non ci si debba rivolgere ai maghi, e in quale comandamento si parli di questo argomento. Andiamo alle fonti scritturistiche. Nel Libro del Levitico 19,31 si legge: “Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio”. E così continua al cap. 20 vers. 6-7: “Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona e la eliminerò dal suo popolo.” L’uomo nella sua fragilità di fede si lascia affascinare dal desiderio di esercitare il suo potere sulla natura, sul presente, sul futuro, addirittura sul prossimo, sugli oggetti e talvolta senza neanche saperlo tenta di sostituirsi a Dio. Nella mia esperienza pastorale spessissimo ho incontrato persone distrutte dal senso di colpa, perché mosse dall’odio verso qualcuno, avevano fatto ricorso a maghi per procurare malefici attraverso fatture, legature, malocchi, talismani, amuleti, ecc. Nella Piana di Gioia Tauro sono pratiche molto diffuse. Purtroppo, constatiamo che ci sono parecchie sette che operano e si affidano totalmente all' occulto; c'è da sottolineare inoltre che una volta aperta la porta al diavolo è difficile mandarlo via. Questi sono tutti peccati contro il primo comandamento. «Io sono il Signore, tuo Dio, non avrai altri dei di fronte a me». (Es 20,2-3)".

Perché si è arrivati a tanta scristianizzazione?

"Penso che dovremmo chiederci piuttosto cosa sia necessario fare adesso. La GMG appena celebrata a Lisbona ci ha fatto intravedere uno scenario che apre alla speranza. Mi sono commosso ed entusiasmato nel vedere centinaia di migliaia di giovani pregare in ginocchio ed invocare lo Spirito di Dio, non solo durante la Celebrazione Eucaristica, ma nel corso dei vari momenti di preghiera organizzati per loro. Penso che la strada da percorrere la stia indicando il Papa che non si stanca di ripetere che è compito di ciascuno di noi mettere al centro Cristo, con il suo insegnamento, Cristo che a distanza di duemila anni, resta l’unico capace di avvicinare i lontani, di convertire i cuori. Papa Francesco in realtà insegna che dalla Chiesa di Cristo nessuno deve essere escluso, nessuno deve ritenersi distante, nessuno è fuori. Rimangono attaccate alle pareti del mio cuore le sue parole pronunciate a Fatima e che sento ancora risuonare: “La Chiesa non ha porte, perché tutti possano entrare. E anche qui possiamo insistere sul fatto che tutti possono entrare, perché questa è la casa della Madre, e una madre ha sempre un cuore aperto per tutti i suoi figli, tutti, tutti, tutti, senza esclusioni”. Ecco allora la strada la indica ancora una volta il Pontefice e questa conduce chiaramente a Cristo. Per questa via non si incamminano solo pochi privilegiati, ma senza esclusione di nessuno può essere percorsa da tutti. Comprendere che la Chiesa non è circoscritta ad una particolare «élite», ma che tutti sono chiamati a farne parte non solo chi si ritiene “il primo della classe”, ma soprattutto l’ultimo, quello che ha sbagliato, quello che resta indifferente, quello che è stato allontanato, colui che ha bisogno di essere guardato e amato da Dio, capire questo forse può essere un buon antidoto alla rigidità che spesso ci fa ritenere perfetti rispetto a coloro che noi consideriamo peggiori".

Sono stati gli errori di alcuni sacerdoti (vedi i casi di pedofilia) e/o di alcuni ministri della chiesa corrotti dal denaro o la società moderna con la sua superficialità ad aver fatto allontanare così tanto i fedeli dalle chiese?

 
"Gli scandali nella Chiesa, la pedofilia, la corruzione, sono un fatto serio che interpella tutti, devono essere sempre condannati. E certamente fanno tanto male ad Essa, ma non solo!  Non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio. Molto spesso, per un aereo che cade, ci sono mille aerei che invece fanno bene il loro percorso. Il Cardinale Comastri, riflettendo su questa grave tematica, nota che per ciò che riguarda la Chiesa, purtroppo, spesso si sottolinea soltanto l’aereo che cade; di quelli che invece arrivano a destinazione nessuno parla. E continua affermando che molto spesso c’è una vera persecuzione nel sottolineare una fragilità, senza mai dire niente del bene che fanno gli altri".

 I Salmi e il Deuteronomio possono essere vissuti come vere e proprie profezie? e di speciale cosa avevano i profeti? e della fede indiscussa di Giobbe cosa ne pensa?


"È difficile rispondere in breve a questa domanda. Il libro del Deuteronomio, che è l’ultimo libro del Pentateuco, differisce dagli altri in quanto è costituito dai tre discorsi di Mosè (1,1-4,40; 4,41-28,69; 29,1-30,20), il quale, rammenta al popolo eletto l’amore sconfinato di Dio verso di loro. I Salmi invece conducono il lettore del testo sacro alla preghiera della supplica e della lode. Essi hanno la peculiarità di rappresentare le parole che definiscono il dialogo fra Israele e il suo Dio. Il profeta, non è solamente colui che parla in nome di Dio oppure colui che predice fatti futuri, è anzitutto un uomo scelto da Dio. Egli, detesta l’ingiustizia e lavora per costruire la pace. Sono sicuro di poter affermare che il libro di Giobbe rappresenti una prospettiva efficace per chi vive ogni forma di sofferenza in questa vita, l’uomo deve persistere nella fede anche quando tutto è incomprensibile e la sola ragione non è in grado di fornire risposte adeguate. La vicenda di Giobbe, fa scaturire la fatidica domanda: perché la sofferenza del giusto? Giobbe soffre, ma la sua sofferenza non viene dal suo peccato, è infatti un uomo d'integrità e moralità profonda. Forse ciascuno di noi di fronte a questo testo potrebbe rimanere scettico, talvolta turbato, se si guarda ad esso solo con occhi umani. Ma penso che il grande insegnamento in esso contenuto sia ascrivibile ad un’unica ineccepibile verità: se l’uomo è capace di aprirsi alla fede creando un rapporto personale con Dio in mezzo alle sofferenze, può anche sopportare la croce superando i limiti imposti dalla ragione, perché Dio è con lui; Egli non ci ha lascia soli in balìa del male, ma ha mandato il suo Figlio per salvarci e dare un senso anche al dolore. Vale la pena fare questo tentativo!"

Parliamo del "fango" moderno: tradimenti, divorzi, figli illegittimi, famiglie allargate. L'idea della famiglia tradizionale non esiste più e la Sacra Rota annulla troppo facilmente il matrimonio, ma non era stato detto: non divida l'uomo ciò che Dio ha unito?

 
"Ancora una volta viene in nostro aiuto il Santo Padre. La sua Esortazione Apostolica post-sinodale “Amoris laetitia” è un documento fondamentale per trovare risposte chiare che possano aiutare la famiglia di oggi, perché oltre all’importanza del contenuto che nasce dal cuore di un Papa che indirizza la Chiesa all’inclusione, e pensa davvero a tutti, particolarmente ai più dimenticati, è scritto in un linguaggio comprensibile a chiunque. È vero quello che lei dice, la famiglia è in crisi, perché nuove situazioni cercherebbero di creare confusione tra i credenti. Ci sono tanti segni che dicono la crisi del matrimonio, ma nonostante tutto in Amoris laetitia si legge che «il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa». L’obiettivo primo del documento è quello di riportare al centro dell’attività pastorale della Chiesa la cura della famiglia, dalla formazione degli adolescenti e dei giovani, ai fidanzati, alle giovani coppie, fino alle coppie mature con le loro difficoltà e le loro crisi. A proposito della sua domanda “sull’annullamento” dei matrimoni, quando si parla di “annullamento” del matrimonio religioso in realtà bisognerebbe parlare di “dichiarazione di nullità”. Infatti, in senso proprio si annulla un rapporto che è venuto in essere. Se venuto in essere, per la Chiesa il matrimonio è e rimane indissolubile. Ciò che la Chiesa ammette è la possibilità di dichiarare che un vincolo coniugale sia nullo fin dall’inizio: in altre parole, che non sia mai sorto.  Spesso, pretendendo tutto e subito, tenteremmo forse di volerci scorporare dal disegno d’amore di Dio Creatore che investe tutto sull’uomo fino al punto di crearlo in tutto simile a Lui. L’uomo pertanto, molte volte, dimentica di essere creatura fatta ad immagine di Dio e posta al vertice della creazione. Dobbiamo comprendere che possiamo fare esperienza di chi siamo e trovare senso a tutto solo se ci doniamo completamente all’altro lasciando spazio nel nostro cuore a Dio, perché resti in noi e con noi. Nel Sacramento del Matrimonio è fondamentale “dare tutto” e in questo “dare tutto” trovare Gesù. L’uomo e la donna sono stati creati per entrare in relazione tra loro, per accogliersi, per donarsi reciprocamente e totalmente quindi per amarsi! E qualunque amore autentico non può prescindere dalla fedeltà e dall’indissolubilità che non dovrebbero essere viste, come oggi troppo di frequente accade, come regole o costrizioni di cui liberarsi perché, se ci pensiamo bene, sono un’esigenza, una caratteristica intrinseca dell’amore. Se io amo in maniera autentica non ho bisogno di cercare altro e voglio che quell’ amore duri per sempre. E questo amore sia ben chiaro non è un qualcosa che si acquisisce una volta per tutte ma va ogni giorno conquistato e ricostruito affinché gli ostacoli emergenti siano superati e nessuno possa pertanto riuscire a dividere ciò che Dio ha unito!".

 

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