di FRANCO CIMINO
C’è tanta Catanzaro ancora in questa nostra Città che si sta sempre di più smarrendo. La nostra bella Città, del cui dolore portiamo tutti una grande responsabilità. Quella di non averla protetta, noi cittadini. Di non averla difesa, noi catanzaresi. Di averla abbandonata, noi “ giallorossi”. Di averla ancora lasciata nelle mani di chi non la protegge, non la difende, non le sta accanto. Non le vive dentro. Non la conosce. Non l’ama, incoraggiati dal ritiro del nostro amore per lei. Ma Catanzaro, sì, c’è. E nelle sue due facce solo apparentemente distanti.
Quella di soffre ingiustizie e discriminazioni, che non parla perché inascoltata, che vive la crescente povertà nascondendola alla propria resistente dignità e all’orgoglio mai dismesso. Dignità e orgoglio, che le serviranno un giorno, si spera presto, per uscire e far uscire tutti dalle tante periferie buie e lontane, che si incontrano, anonime, nella periferia unica e centralizzata. Catanzaro c’è in quei catanzaresi generosi e geniali, che quotidianamente si impegnano nelle opere tanto necessarie al suo naturale trampolino di lancio. Quello che, romanticamente, ricorda la tavola poggiata su un monticchio di rena, che i ragazzi costruivano, ovvero sullo scoglio più facile da utilizzare per il tuffo dei più coraggiosi. I ragazzi di oggi, di cui parlo, sono gli artisti delle varie forme espressive, gli “storici” umili ma non improvvisati, i cercatori, curatori e conservatori di cose che il tempo trascura, l’innovazione culturale rifiuta, la distrazione e insensibilità nostra getta nella vecchia “ spazzatura”. Questi ragazzi, la Città bella può incontrare nelle sale, “ ben salvate” in anni non lontani, della ex Stac, l’edificio “ storico” situato al centro della piazza più importante.
Quella in cui, involontariamente o non, si incontrano la Catanzaro antica con quella moderna, in un’idea strategica che può ancora essere recuperata per fare della nostra realtà il vero attivo capoluogo di regione. Quel Centro che davvero può aprire e abbracciare, per unirlo, l’intero territorio calabrese. In quelle sale è stata aperta, due giorni fa per restarvi fino alla fine del mese, la mostra “ Catanzaro colleziona”, curata dall’Associazione Calabrese di Filatelia e Collezionismo Vario”, che da tempo, con spirito di vera abnegazione,svolge, con pochi mezzi, un lavoro straordinario per la crescita culturale della Città. Una crescita culturale autentica. Quella su cui si dovrebbe sempre operare, senza importare o scimmiottare “ format” preconfezionati altrove, che nulla apportano se non lo sperpero di quelle risorse pubbliche che potrebbero essere ben impiegate proprio in iniziative autonome e “ locali”. E per quel globale in cui noi, catanzaresi creativi e colti, possiamo dare un notevole originale contributo. Quello che si muove in questi giorni all’ex Stac sta dicendoci esattamente questo, attraverso l’esposizione di “ beni-cose” raccolte in anni di costosi sacrifici da catanzaresi geniali cercatori di frammenti “ storici” e di ritagli di bellezza. La nostra. Della Città.
Nelle luminose sale, ben raccolti su temi specifici e significativi, si possono ammirare le “ bambole segnatempo” di uno degli intellettuali calabresi più completi, qui e in Italia, Silvestro Bressi, che nella sala d’inizio del percorso presenta anche la simpatica collezione di “calendarietti da barbiere”. Quei fogli profumati, che i visitatori di una certa età ricorderanno con simpatia “rinverdente” la curiosità accesa della giovinezza perduta. Luigi Caracciolo ha presentata la sua collezione di coltellini in miniatura. Alcuni tanto piccoli che quasi non si vedono, mentre domandano come potessero essere utilizzati. Altri sono di rara finezza ed eleganza, con il piccolo manico in materia pregiata, madreperla e altro. In particolare, quelli che venivano conservati nelle borse delle donne. E, ancora, più avanti, la collezione, presentata da Francesco Delfino, di “ un secolo di canzoni e musica”. Essa si rappresenta con l’esposizione di spartiti musicali, copertine dei dischi e le locandina di film, tutto ormai facente parte della storia del cinema e della musica italiana. E non solo. La mostra continua con la raccolta di immagi sacre, curata da Antonio Iannicelli, che è anche presidente dell’Associazione.
Commuove la raccolta delle letterine di Natale, che se potessi, ruberei per riportarle sotto il piatto dei papà del mondo, nella notte di Natale. E ancora( e quante sono! Domanderà chi mi legge), le cartoline di un periodo poco celebrato in Italia per evidenti motivi, il Liberty. È la collezione di Alessio Sorrenti. Mentre poco più in là trovi quella delle antiche cartoline su Catanzaro, curata da Pietro Negro. Un colpo al cuore di noi vecchi ragazzi, te lo procura con dolcezza di nostalgia la raccolta delle “ figurine Panini”, presentata Franco Chiarella, nella quale campeggia la distesa di maglie “ antiche” giallorosse. E c’è anche lui, che cito in ultimo per il mio affetto profondo verso la sua persona, della quale mi pregio di esserne diventato amico, pur non di confidenza e di frequenzione. Come capita ai catanzaresi dell’amore.
Quello suo per Catanzaro, che io cerco di emulare, con ammirazione e gratitudine per tutto il bene della Città, che cerca e diffonde. E per quel suo cercare negli altri, cercatori come lui, la forza dell’unione e della solidarietà attiva quale strumento per la rinascita di Catanzaro. È Salvatore Rubino, che in questa occasione, da lui stesso fortemente voluta, si presenta con una rara collezione di banconote, dalle prime dell’Ottocento alle ultime della romantica Lira. Nel mezzo, un rarissimo certificato di credito, il “ biglietto fiduciario” emesso nel 1886. Io ho detto, in questa riflessione, ciò che ho visto e ritornerò a vedere. Ho provato anche a trasmettere le forti emozioni, che ho personalmente provato camminando con gli occhi su quelle pareti di vita ritrovata.
Ma sono, le mie incomplete qui, proprio nulla rispetto alle emozioni forti che proverà chiunque entrerà, anche solo per pochi minuti nell’ex Stac di questa raccolta di piccole grandi fatiche di piccoli grandi catanzaresi, che lustro e onore danno alla loro amata Catanzaro. Che più ricca di sé ci consegnano. Di questi catanzaresi nobili davvero, fa parte restandovi per sempre, Gianni Bruni, l’uomo colto, cercatore di bellezza e collezionista di ogni cosa potesse procurare alla sua fatica di innamorato dell’arte e di Catanzaro. A lui la mostra è stata dedicata. Per dirgli un grazie grande quanto il nostro mare.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736