L'Arbitro bancario finanziario ha accolto la tesi portata avanti dall'avvocato Giuseppe Palermo
17 settembre 2025 12:44di STEFANIA PAPALEO
Una frode da 50mila euro commessa ai danni di un poliziotto in pensione di Catanzaro. Denaro trasferito dal libretto al conto corrente del malcapitato e successivamente finito su un conto corrente sconosciuto attraverso 5 diversi bonifici avvenuti senza alcuna autorizzazione e senza che il titolare del conto abbia mai fornito i propri codici segreti.
"Colpa del correntista", aveva sostenuto Poste italiane nel momento di essere chiamata in causa dalla vittima. Non così per l'Arbitro bancario finanziario che, alla luce della tesi portata avanti dall'avvocato Giuseppe Palermo nell'interesse del ricorrente, ha dato ragione a quest'ultimo, ordinando alle Poste la corresponsione della somma oggetto del contendere.
I fatti risalgono al gennaio di quest'anno, quando, tra il 20 e il 22 gennaio 2025, ignoti hanno puntato gli occhi sui soldi della vittima della frode, agganciata tramite due false telefonate con cui veniva informato dell’assenza di fondi sul libretto. Questo ha raccontato il correntista di Poste, evidenziando anche come l’esecuzione di plurimi bonifici verso l’estero, di importi rilevanti e in tempi ristretti, non abbia allarmato la resistente, inducendola ad adottare delle misure di sicurezza.
Inutile il tentativo di Poste di contestare la modalità della frode subìta, parlando di responsabilità del ricorrente in merito alla gestione delle misure di sicurezza legate al conto in questione. Alla società intermediaria non è rimasto altro che mettere mano alle casse e corrispondere al suo correntista i quasi 50 mila euro finiti sui conti esteri dei truffatori.
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