Una partecipazione straordinaria, oltre ogni più rosea aspettativa. Genti di Sila 2025, la manifestazione organizzata dal CAI di Catanzaro sabato scorso ha registrato un centinaio di presenze circa.
Al Rifugio ‘Leone Grandinetti’ del sodalizio, in località Latteria, sulla strada che da Tirivolo porta alla Caserma Forestale del Gariglione, sono arrivati in tanti e da tante località diverse, Catanzaro, Cosenza, Marcedusa, San Giovanni in Fiore, Carlopoli, Taverna, Colosimi, Petronà, Sersale, Cotronei, Aprigliano e financo dalla Puglia. A introdurre e coordinare i lavori il Presidente del CAI di Catanzaro, Piergiorgio Iannaccaro, e Felice Foresta, componente del consiglio direttivo e vice presidente regionale del CAI, ideatore dell’iniziativa lanciata lo scorso anno e che ha portato anche i saluti e gli auguri di buon lavoro dell’amministrazione comunale di Taverna.
A testimoniare la riconoscenza verso gli abitanti dell’altopiano silano, ad ascoltarne la voce, a condividerne le istanze, c’erano i vertici del CAI Calabria, con in testa il Presidente Pino Greco, Salvatore Pileggi del Consiglio Direttivo Regionale, Luigi Patitucci, componente dell’Organo Tecnico Territoriale OperativoEscursionismo del CAI per la Calabria e la Sicilia, e anche tanti soci i e tanti appassionati della Sila, oltre che suoi residenti fissi. Present i il presidente della neonata associazione OrizzonteSila, Fulvio Scarpelli, i docenti universitari Paolo Veltri dell’Unical, Massimo Fotino dell’UMG e Francesco Aiello dell’Unical cui è spettato il compito di chiudere i lavori traendo le conclusioni e tracciare le direttrici lungo le quali mettere a sistema e a frutto gli spunti e le riflessioni esposte in circa tre ore di discussione. Presente anche il parroco di Marcedusa, don Antonio MacrÌ.
È stata una maratona di interventi nati intorno all’interrogativo posto da Filippo Veltri, socio del CAI di Catanzaro, che attraverso uno scritto ha chiesto in maniera lapidaria ma efficace: quale Sila vogliamo?
Ne è scaturito un dibattito vivace, appassionato, vero in cui sono emerse le criticità, prima fra tutte quella relativa alle vie di comunicazione - quella che sia da da Sersale sia dal bivio di Ciricilla conduce al Rifugio è stata più volte citata per le pessime condizioni dell’asfalto - e poi tutte le altre, analoghe a quelle di tutte le aree interne, che frenano lo sviluppo e la fruizione dello straordinario altopiano che, ieri, si è presentato ai partecipanti in una ridda strepitosa di colori, fioriture e vegetazione.
Lo scopo prefissati al termine della giornata è adesso quella di stilare una sorta di manifesto in cui condensare tutto quanto passato in rassegna sabato e che svela la profonda devozione di tutti i partecipanti per la Sila e per le sue Genti.
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