di GIANCARLO SPADANUDA
Ho letto con foga infantile tutto d’un fiato il testo presentato alla biblioteca "Catanzaro negli anni '50" corredato di centinaia di foto di Colao-Concolino-Furriolo. Ne esce uno spaccato della nostra città che mi inorgoglisce perché ovunque campeggia il sorriso e la gioia sia nelle situazioni più “nobili” (a teatro Politeama, ai Balli all’interno dell’Albergo Moderno mirabilmente descritti da Sergio Caroleo) sia ancor più in quelle più “popolari” (alle processioni della naca,al giro automobilistico dei due mari,alle partite della squadra di calcio).
Quindi Catanzaro non è mai morta, ancora oggi può godere di quel quel periodo felice (era il dopoguerra) come fatto “residuale” :l’onda di allora ,come sciabordio, giunge sino alla riva dei nostri giorni.
Se è vero che “il ricordare è di vecchiaia il senno” (Ungaretti),è pur vero che “chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi” (Epicuro) :noi dopo la lettura del libro invecchieremo più tardi.
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