di GIANPIERO TAVERNITI
Inoltrandoci nel profondo entroterra crotonese che è altrettanto bello, al pari delle immense spiagge rosse e al pari delle riserve marine che identificano il crotonese come una provincia azzurra, dove ogni anno sventolano al vento brezzato, importanti bandiere blu, altresi nelle aree interne troviamo delle spettacolari sorprese. Risalendo la valle del Neto, ci dirigiamo verso il centro di Cerenzia, che da Crotone dista una trentina di km o poco più, centro collocato sui 600 mt di altitudine e popolato da poco più di 1000 abitanti. Paesaggi naturali che sembrano dipinti da uliveti e vigneti, per gustarceli meglio, fermati dal passaggio di un gregge di pecore che ci ostacola sulla strada che ci condurrà alla città vecchia di Acerenthia, nell'antico borgo che da poco ha subito un 'opera di rivalutazione, di restauro e di messa in sicurezza, per essere finalmente fruibile dai visitatori e turisti che da queste parti giungono incuriositi. Rafforzato nella sua storia e nelle sue antiche origini che, si dibattono nella fondazione che secondo Strabone, storico e filosofo greco, sarebbero state per mano di Filottete, invece per Stefano di Bisanzio per mano della popolazione degli Enotri.
In passato, fu un centro fiorente bizantino e fu sede naturale vescovile dal 1090 al 1437, ebbe un passato con vicessitudini che la fecero decadere, prima dalla carenza di acqua e legname, per poi arrivare al terremoto del 1844 che svuotó totalmente il conglomerato originario, facendone creare un 'altro in una sana e sicura zona più amplia. Il mistero del borgo affascina, una sorta di parco archeologico che torna a rivivere, con le innumerevoli mura storiche delle antiche abitazioni e dalla basilica di S.Teodoro Martire, santo patrono del centro crotonese.
Nella basilica, vi era un pregevole crocifisso legno barocco XVII XVIII secolo che, dopo il terremoto fu recuperato e trasferito nella nuova chiesa in paese, dove troviamo delle bellissime campane, probabilmente provenienti dalle reali ferriere borboniche di Mongiana e un confessionale di pregio del 1775 con impronta barocca discretamente conservato. Che altro dire non possiamo che non ringraziare qualche cittadino di Cerenzia che con grande gentilezza e modi garbati rimanendone sorpreso dalla nostra sete di conoscenza del loro paese, ha voluto offrirci un caffè nel bar al centro del paese , in parte alla chiesetta molto carina e in ottime condizioni. Finalmente i cerentiesi, da qualche mese si possono fregiare dell' orgoglio di rivedere la gloriosa Acerenthia, risplendere nella fruibilità, al pari dei calabresi tutti che, aggiungono un' altra luccicante perla , nella collana delle visite e nel forziere delle ricchezze storiche, artistiche e archeologiche della loro terra.
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