Gli auguri ai calabresi di Monsignor Bertolone: "Tornate a vivere da uomini e donne liberi"

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Monsignor Bertolone
  23 dicembre 2019 21:32

"Cerchiamo di capire quando, rinunciando ad un'anima e ad un cuore, abbiamo scelto di non essere più dei cittadini di questa nostra terra calabrese, se non anagraficamente. Quando è successo? Forse quando abbiamo chinato il capo davanti alla prepotenza mafiosa, oppure ci siamo girati dall'altra parte di fronte alla corruzione, o siamo passati oltre ignorando ingiustizie e povertà, gli ultimi, i poveri, gli 'scartati', gli emarginati". Lo afferma nel suo messaggio augurale il presidente della Conferenza episcopale calabra mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace.

"Per tanto, troppo tempo - prosegue - ci è sembrata una scelta accorta e poco rischiosa: sempre meglio questo che alzare il capo chino, battersi, spezzare le catene di antiche schiavitù, tornare a riprendersi la vita e con essa il Natale, il suo messaggio. Soprattutto è senz'altro meglio rimettersi in compagnia del Festeggiato del Natale, cioè del Divino Viandante, a cui non appare mai troppo angusta o meschina la nostra anima. Sentiamoci tutti, quale che sia il nostro ruolo, impegnati al servizio della persona. Trasmettiamo agli altri il potere dell'amore fraterno e non l'amore per il potere. Quando il potere spinge gli esseri umani verso l'arroganza, la poesia del presepe ricorda loro i suoi limiti; quando il potere corrompe, la poesia del presepe rigenera. Ed in quella poesia ricerchiamo, piuttosto, la sofferenza, la disperazione, la solitudine di tanti, magari anche di noi stessi e diamo loro un significato, un valore, un argine, non più indifferenza ed ansia. Non lasciateVi incantare dalle sirene, dai falsi profeti, dai venditori di fumo. Da Vescovo 'impertinente', che lascia parlare le Sacre Scritture con la voce di coscienze libere e critiche, vi auguro di poter scegliere di tornare a vivere da uomini e donne liberi, perché solo quando si sente il gusto della vita illuminata dalla luce del bimbo di Betlem, si resiste a tutto e si diventa costruttori di speranza e di un mondo nuovo".

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