di EDOARDO CORASANITI
"In Italia l'Europa conta sempre meno". E' nel ruolo che l'Italia gioca con gli altri Stati che il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, individua le ragioni che hanno determinato la sentenza della Corte Costituzionale sull'incostituzionalità dell' ergastolo ostativo (Leggi qui).
Una decisione che effettivamente arriva a pochi giorni da quella della Corte europea dei diritti dell'uomo (che però non ha niente ha a che fare con l'Unione europea, decidendo solo sul rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) che ha bocciato l'articolo 4 dell'ordinamento penitenziario e l'ha invitata a rivedere la legge che nega benefici sulla pena ai condannati per mafia o terrorismo che non collaborano con lo Stato. Nello stesso modo anche i giudici italiani, che hanno chiaramente eliminato l'automatismo per cui il detenuto è costretto a collaborare per accedere ai benefici. Di fatto, per i giudici della Corte Costituzionale, con la disciplina attuale verrebbe leso il principio della rieducazione della pena sancito dalla Costituzione.
Per Gratteri, sentito dai giornalisti prima della tavola rotondo organizzata dalla Camera penale di Catanzaro per dire no alla riforma della prescrizione, "l'Italia conta sempre meno col passare dei decenni, ha sempre meno peso in tutti i settori. Quindi Germania, Francia, Belgio, possono fare mambassa nei settori della finanza, economia, bancario e così anche in quello giustizia. Si stanno sgretolando 150 anni di antimafia costruita con il sacrificio dei magistrati e di forze dell'ordine".
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